Case popolari, valanga Lega contro modifica legge regionale, bandi congelati

Firenze – Bloccata la modifica della legge 2/2019 della Regione Toscana dalla valanga di emendamenti messa in piedi dalla Lega, 2500, che riguardava l’allineamento della legge toscana sulla casa alle sentenze della Corte Costituzionale (come più volte scritto su queste pagine (https://www.stamptoscana.it/legge-erp-lombardia-incostituzionale-sindacati-anche-quella-toscana-va-modificata/  https://www.stamptoscana.it/accesso-ai-bandi-erp-il-tribunale-di-milano-cancella-le-norme-discriminatorie/; ) riguardo al requisito dei 5 anni di residenza richiesto per accedere al bando Erp, ritenuto incostituzionale, il primo, plateale effetto della vittoria del centrodestra è il congelamento dei bandi Erp comunali. Un effetto disastroso, in particolare in comuni, come quello di Firenze, in cui da anni si sta aspettando il sospirato bando, in particolare ancora in un periodo in cui è appena cominciato (il picco si prevede verso gennaio, quando sarà totalmente operativo ) il dopo “sblocco sfratti”. Un effetto che si riverbera senza riguardi su cittadini italiani e non, dal momento che il bisogno colpisce allo stesso modo, residenti italiani e residenti non nati nel Bel Paese. Tanto più che, come dicono dagli uffici tecnici, nessuno ricorda non solo che il requisito della residenza è comunque presente, ma anche che, in fase di confronto politico, l’anzianità della stessa era stata oggetto di attribuzione di punteggio ulteriore o minore, che aveva rincarato il peso degli anni trascorsi da residente nella nostra regione, ai fini del punteggio per il posto in lista (https://www.stamptoscana.it/casa-via-libera-in-commissione-alle-modifiche-alla-legge-regionale/ ). Infine, per quanto riguarda gli adempimenti burocatici e le certificazioni, era stata la stessa Corte Costituzionale a mettere in chiaro che il bisogno non può essere limitato neppure da richieste di certificazioni spesso impossibili da ottenere nel paese d’origine, per quanto riguarda i cittadini stranieri, come ad esempio, il certificato che dichiari  che il richiedente l’accesso, oltre ai vari requisiti (a partire dall’Isee alla residenza) non ha prorietà nel Paese d’origine. Oltre all’impossibilità ch spesso tale certificato possa essere rinvenuto in Paesi in cui spesso non esiste neppure un catasto, la Suprema Corte in una sentenza che riguarda la Regione Abruzzo (https://www.stamptoscana.it/legge-sulla-casa-i-sindacati-urgente-intervenire-sulle-norme-illegittime/), ne rileva il carattere discriminatorio, dal momento che tale richiesta è avanzata solo nei riguardi di cittadini stranieri. Per i cittadini italiani basta l’autocertificazione. (vedi anche la recente sentenza del Tribunale di Torino, ordinanza del 26 luglio 2021 della Prima Sezione Civile).

Tornando alla legge toscana, secondo la Lega si può procedere così come si sta, dal momento che nessuno l’ha ancora impugnata e dunque le pronunce della Suprema Corte non la inficiano. Il problema tuttavia, come tengono a spiegare i tecnici, è anche amministrativo. Infatti, nessun Comune, sotto la spada di Damocle di un’impugnativa vincente da parte ad esempio di un assegnatario scontento, metterebbe in atto un bando che produce una lista (migliaia di persone) di assegnatari e persino, visti i tempi della giustizia, famiglie con le chiavi in mano. Infatti, se l’impugnativa effettuata da qualche scontento giungesse a buon fine, le liste decadrebbero, le assegnazioni non sarebbero valide. Tutto da rifare, insomma, con inutile dispendio di tempo, denaro e relative ricadute sociali. E adirittura con il rischio di una richiesta di danni da parte di coloro che facevano giusto affidamento sull’assegnazione venuta meno.

“Sono stati propio i Comuni, che devono aprire i bandi Erp, a richiedere con forza il nostro intervento. La Corte Costituzionale è stata chiara – spiega l’assessora alla casa della Regione Toscana Serena Spinelli – i 5 anni di residenza per accedere al bando delle case popolari realizza un criterio di discriminazione che la Corte non accetta, come respinge il requisito della presentazione di un documento da parte di stranieri extra comunitari spesso impossibile da produrre.  Il vero problema è dare certezza alla norma regionale senza incrementare condizioni discriminatorie . D’altra parte, il Pd aveva trovato un accordo sulle anzianità di residenza legandole al punteggio nella graduatoria”.

Uno slogan quello di “prima gli italiani” che rischia di fare acqua da varie parti. Ad esempio, nel caso che qualche fiorentino, cui magari è stata cancellata la residenza per irreperibilità, venga messo fuori dai bandi Erp cittadini in quanto gode dello status di invisibile, come più volte puntualizzato su queste pagine. Pochi? Forse. Il problema tuttavia non cambia certo a seconda della quantità.

“Ci vuole davvero coraggio a chiamarla vittoria. L’unica cosa che è stata ottenuta – dice Andrea Vannucci, consigliere regionale del Pd, e ex assessore alla casa del Comune di Firenze – è di ritardare di un mese, un mese e mezzo, una norma che è attesa dai Comuni da tanto tempo. Non capisco davvero cosa ci sia da esultare”.  In commissione, come confermano molti consiglieri, i lavori erano andati avanti con audizioni e confronti, arrivando a definire un quadro d’insieme anche con pezzi dell’opposizione.

Sulla questione, la posizione di Sunia e Cgil, nota firmata da Maurizio Brotini e Simone Porzio (Cgil Toscana), Laura Grandi (Sunia Toscana): “Un numero incredibile di emendamenti, per la precisione 2249, sta strumentalmente bloccando il via libera da parte del consiglio regionale toscano, all’approvazione di un articolo della legge regionale 2/2019, che prevede l’abolizione del requisito temporale dell’anzianità di residenza in Toscana per poter presentare la domanda di assegnazione di una casa popolare di residenza in ottemperanza alle ripetute sentenze di illegittimità pronunciate su norme analoghe della Lombardia, Friuli ed Abruzzo dalla Corte Costituzionale.
La posizione assunta dalla Lega Toscana produrrà come unico effetto quello di creare ulteriori disagi, incertezza e precarietà a migliaia di famiglie toscane che da anni attendono di partecipare ai bandi comunali di assegnazione case popolari di fatto bloccati in attesa di questa modifica perché a rischio di annullamento e impugnazione. Saranno anche 2249 le ragioni che spingono alcune forze di opposizione a bloccare l’approvazione di una norma indispensabile a dare il via ai bandi di assegnazione per le case popolari, ma si sappia che sono oltre 15000 le famiglie che sono in attesa di questo bando: famiglie di lavoratrici e lavoratori in affitto o con il mutuo da onorare che in questi anni hanno subito la crisi economica e sociale del covid, che hanno uno sfratto per morosità incolpevole e che confidano in una casa popolare. Questa non è politica, ma una insensata posizione strumentale che porterà ulteriori disagi a tante famiglie toscane”.

“La Lega non si smentisce come forza che si pone alla testa di battaglie d’avanguardia come quelle No Vax”, commenta brevemente Pietro Pierri, segretario fiorentino dell’Unione Inquilini. 

“E’ scandaloso che con tutti i proclami di cui si fregia e con una maggioranza che gli consente la modifica sia in giunta che in consiglio regionale, a distanza di un anno e mezzo dalla sentenza 44/2019 della Suprema Corte,  il Pd non sia riuscito a metter mano alla legge – dice Giuseppe Cazzato dei Cobas – una legge inoltre che, anche alla luce di altre pronunce costituzionali, offre altre norme critiche da riformare, come il requisito dei precedenti penali o il problema delle certificazioni di non avere possidenze nel proprio paese d’origine, per i cittadini extra comunitari. Del resto sarebbe sbagliato scordare – concludono dai Cobas –  che questi paletti erano stati voluti dalla stessa maggioranza del Pd, nella legge passata alla memoria collettiva come “Legge Saccardi””.

Dunque, il dubbio rimane che, di fronte al puntare dei piedi della Lega e alle sue minacce (proprio ieri è stata ventilata la possibilità di chiedere da parte di esponenti leghisti un referendum popolare sulla questione, il che equivarrebbe più o meno a chiedere un referendum popolare sulla giustezza o meno delle pronunce costituzionali…), la carenza provenga dalla dubbia coesione del fronte del centrosinistra, pezzi del quale non sono senza responsabilità proprio per l’esistenza di quei paletti d’accesso che ad ora costituiscono ragione di battaglia politica fra i due schieramenti, con nel mezzo Italia Viva. Intanto, il passaggio  in consiglio regionale della modifica della legge 2/2019 slitta a settembre.

 

 

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