Firenze – E’ stato presentato ieri a Firenze il risultato del progetto di Legambiente e Diversamente Marinai “Vele Spiegate”, che quest’anno aveva l’obiettivo di mappare e raccogliere i rifiuti marini in aree particolari dell’Arcipelago toscano, anche laddove le spiagge del Parco non sono normalmente accessibili. Una vera e propria caccia che si è conclusa con dati sconfortanti e anche un po’ sorprendenti circa la presenza del cosiddetto “marine litter” ovvero una “nube” di microplastiche che si raccolgono, in preda alle correnti, anche in tratti di mare e su spiagge dove la presenza umana è minima o pressoché nulla.
Prima le buone notizie: le spiagge toscane sono belle e anche in buono stato a livello ambientale. Il mare è piuttosto pulito, come spiega Umberto Mazzantini, Parco Nazionale Arcipelago Toscano, responsabile mare per Legambiente, che ha presentato ieri i dati alla stampa, con Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente, Simona Sabbioni, Diversamente Marinai e Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana.
Ma le cattive notizie sono, in particolare, che fra l’Elba, Capraia e la Corsica, molto vicino al Santuario dei Cetacei, insiste uno dei vortici di microplastiche più grandi del Mediterraneo. Nel vortice, agganciate dalle correnti, si addensano come in un brodo micro frammenti derivati dallo sfaldamento della plastica stessa, granuli contenuti nei cosmetici esfolianti, frammenti provenienti da svariati luoghi ed oggetti, come ad esempio, i frammenti di paraffina usati per la pulizia delle navi in mare. Questo “brodo” pesa sull’ambiente per svariate tonnellate. Per ora, tutto questo materiale se ne è stato al largo, intrappolato dalle correnti, ma, dice Mazzantini, “le correnti possono sempre cambiare” e il vortice potrebbe rilasciare la massa dirigendola verso le coste.
Anche alla voce rifiuti le notizie non sono allegre. Gli oltre 200 volontari del progetto “Vele Spiegate” hanno raccolto oltre 700 chili di rifiuti per 22 spiagge dell’Arcipelago toscano ripulite. Si tratta, come spiegano gli organizzatori, di una media di 258 rifiuti ogni 25 metri di spiaggia. Plastica e rifiuti persino in spiagge isolate e isolotti in aree di tutela integrale mare e/o a terra, quindi solitamente non accessibili, in cui giungono via mare.
Per quanto riguarda la natura dei rifiuti, il 72% è riconducibile ala plastica, 10% vetro e ceramica, un altro 10% in buona sostanza riguarda la paraffina. Interessanti le fonti di provenienza: la parte del leone (29%) la fanno i Comuni con la cattiva gestione dei rifiuti, mentre un 7% è attribuibile alla mancata depurazione. I rifiuti riconducibili alle attività di acquacoltura e pesca sono il 4%. spostandoci sulla “cattiva gestione” del rifiuto, vale a dire si prende e si butta senza pensieri, il 72% è rappresentato dal packaging usa e getta, mentre il 12% riguarda i rifiuti da fumo, in particolare i i mozziconi di sigaretta. Arriviamo all’ 11% per quanto riguarda buste di plastica, infine il 6% sono inerti o materiali da costruzione abbandonati.
Foto: da https://www.legambiente.it/contenuti/articoli/vele-spiegate-verso-un-mare-pulito