Ipotesi (ma molto concreta) su cui stanno lavorando ai piani alti della cooperazione coinvolgendo Cir, Coopservice e Alleanza 3.0. La restituzione fino al 40% del capitale perduto
Costruire un fondo per restituire ai soci prestatori di Unieco parte del capitale (fino al 40%) andato perduto con il crack della cooperativa. Questa l’ipotesi a cui si sta lavorando, molto in sordina, negli ambienti della cooperazione ‘rossa’ reggiana ed emiliana. Chiariamo subito, per non illudere i soci che hanno visto sfumare i risparmi di una vita: si tratta per ora solo di una ipotesi, filtrata da fonti qualificate della cooperazione reggiana e non smentita né confermata dagli ambienti di Legacoop.
Nelle settimane scorse il presidente di Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta aveva assunto una posizione molto netta, anche per senso di responsabilità verso i soci Unieco: non ci sono più i fondi per poter intervenire con una operazione di salvataggio del prestito sociale della coop. Una cifra ingente, oltre i dieci milioni di euro, quella del prestito rimasto ‘incagliato’ nel naufragio della coop di costruzioni.
Negli ultimi tempi, però, le valutazioni sarebbero state riviste alla luce di un nuovo problema: il mancato recupero del prestito soci di Unieco potrebbe avere un riverbero negativo sulla fiducia dei prestatori delle altre coop. Si teme un effetto domino, spinto anche da preoccupazioni infondate, soprattutto sul prestito di Alleanza 3.0. Per dare un segnale di fiducia ai soci prestatori, ora si starebbe valutando di trovare risorse per mettere mano alla situazione e tamponare eventuali problemi.
A quanto trapela, per costruire il fondo potrebbero essere coinvolti soggetti di primo piano della cooperazione reggiana: a partire da Cir, Coopservice, la stessa Alleanza 3.0 e soggetti finanziari come Coopfond. Ma per quanto riguarda questi nomi siamo nel campo delle pure e semplici indiscrezioni: non risulta siano stati ancora coinvolti ufficialmente. Quel che è certo è che di questo tema si sia parlato negli ultimi giorni in diverse riunoni ad alto livello. Dai piani alti di Legacoop sussurrano che “è partito un lavoro di approfondimento in questa direzione”. Ma non è detto che si arrivi ad un parziale risarcimento: occorre andarci con i piedi di piombo.