Quando si saranno depositate le macerie e le lunghe code legali della vicenda del Monte dei Paschi, emergerà che nella storia economica della Toscana ci sarà un ante e un post “Mps shock”. Già, presidente, perché sarà questa regione a pagare il prezzo più alto di quella pazzesca vicenda. In un momento in cui le aziende sono già strozzate dalla crisi del credito, in cui non si finanziano le famiglie e nemmeno le imprese sane, il drammatico depauperamento di quella che (nel bene e nel male) è stata lo storico riferimento creditizio sul nostro territorio rischia di diventare una catastrofe irreversibile. E’ una circostanza che vale la pena di ricordare, mentre l’operato Mps è avvolto dal cupo sospetto: questa banca ha pur sempre guardato con occhio di favore (in positivo) a chi lavora e produce reddito in questa regione.
Parlo di economia reale, naturalmente, non di quella virtuale di cui si orecchia in questa squallida campagna elettorale. Presidente, cerchi di fare lei la voce grossa. Quando i contribuenti pagano il conto (anche attraverso prestiti dello Stato) è giusto che abbiano voce in capitolo su ciò che dovrà fare la banca che stanno finanziando. O no? La Toscana dovrà al più presto dire la sua per far rifluire il credito nelle tasche della gente. Anche intervenendo su argomenti come la futura –forse sì, forse no , inevitabile – c’è chi dice sì, chi dice no – nazionalizzazione.
Arriveranno i Monti bond, saranno 3,9 miliardi, e avranno interessi del 9%. Se Mps non riuscirà a pagarli, lo Stato avrà l’82% delle azioni! Questa la dice lunga su quanto questa banca vale adesso (tutta quanta), nonché sui valori bruciati da quel management dissennato. Ma lasciamo perdere… Essendo correntista di Mps mi sento correre un brivido lungo la schiena quando, gira e rigira, algoritmo dopo algoritmo, verranno a chiedere a me di rimborsare quel 9%.
Lei è mai entrato in una filiale della rinnovata Mps? Mi si scusi la semplificazione, ma come per i più moderni format di banca ti infilano in un box vetrigno, con un pc e un operatore che ti proporrà di tutto: telepass, polizze per capofamiglia, animali, e per la salute del tuo povero nonno. Esci di lì confuso, e manco ti sei ricordato che eri andato appunto per quel piccolo mutuo che…Va be’. Neanche a parlarne. In contemporanea ex direttori ad un passo dall’esodo, vengono presi, muniti di valigetta e invitati a girarsi il mondo delle imprese toscane per invitarle a investire.
E’ un cambio di pelle epocale per Mps. E in molti diranno: finalmente! Approverà anche il Financial Times, sicuramente. Che in questi giorni, con penna intinta nell’arsenico ha scritto: «Questa disposizione bizantina (la governance delle Fondazioni, ndr) – replicata da altre banche italiane – obbliga il management a rispettare gli interessi dei loro protettori politici a discapito dell’efficienza..». Hanno ragione. Ciò che NON dicono è che l’altro filone spinoso della vicenda MPS, quello della finanza derivata, è figlio dell'ottimo Bill Clinton e di tutta l'orchestra degli illuminati liberalizzatori in cui hanno splendidamente suonato Delors, Mitterand, Blair, ecc. . A tutti loro i nostri sentiti ringraziamenti.
Rifinanziare l’economia reale? Certi economisti finanziari diranno che è molto ingenuo quello che dico, presi come sono dalla modernità di swap, derivati, cdo. Qualche mese fa intervistai uno di loro e con infinito candore gli chiesi: «professore, ma come si fa a costringere le banche a prestare denaro alla gente?». Mi guardò con occhi compassionevoli e rispose: «Solo con la “moral suasion”, signora mia, con la “moral suasion”!».
Di “moral suasion”, caro presidente, è lastricata la via del Tribunale fallimentare di firenze. Bisogna intervenire signor presidente. Superando gli imbarazzi. Con forza e capacità inventiva. Come in una sorta di New Deal. Ora o mai più.