L’incredibile vicenda di Paolina Viappiani di Bibbiano e di suo figlio Paolo, la strage di Cernaieto compiuta dai partigiani garibaldini il 25 aprile 1945, la fossa comune con i resti di tre donne, i ragazzi di 16 anni uccisi in un’orgia di sangue tra Cernaieto e Vedriano: di questo e di molto altro si parla a Casina e a Villa Minozzo, stasera e domani, giovedì 13 agosto, intorno al libro “Cernaieto – la croce, la strage e il femmicidio di Paolina” con gli autori Fabio Filippi e Pierluigi Ghiggini.
Domani sera, a Villa-Minozzo, con lo storico Luca Tadolini del Centro Studi Italia, e gli autori interverrà l’on. Mauro Del Bue, direttore dell’Avanti! on line, scrittore e storico del socialismo.
A Villa l’incontro, presieduto da Massimiliano Coloretti, è in programma nelle Sale segrete della Rocca (davanti al Municipio) alle 20,30.
Filippi, intanto, denuncia l’atteggiamento delle amministrazioni locali che – con l’eccezione del comune di Castelnovo Monti – hanno steso un “cordone sanitario” intorno al libro su Cernaieto, evidentemente ritenuto troppo scomodo.
“Dopo settant’anni dalla fine della guerra civile italiana, sembra incredibile, ma è ancora difficoltoso parlare apertamente di certe verità storiche, anche se universalmente riconosciute, meno se ne parla e meglio è – dice Filippi – Gli Assessori alla cultura delle amministrazioni comunali della provincia, direttamente coinvolte con la storia raccontata nel libro su Cernaieto, dopo varie telefonate di cortesia e mail senza risposta, continuano a ‘fingere’ di avere occupati tutti gli spazi dei loro calendari e di non trovare entro l’anno nemmeno un momento da concedere all’opposizione per la presentazione di un libro che riguarda proprio la storia dei loro comuni e quella dei loro concittadini. Per altri libri – nota l’ex consigliere regionale – non solo ci sono gli spazi, ma anche i contributi ed i finanziamenti”.
“A Cernaieto sono accadute delle tragedie immani, sono state ammazzate ben 3 delle 76 donne uccise nel dopoguerra, e 4 ragazzi.
Tragico ed emblematico è il femminicidio di Paolina Viappiani, giovane mamma ammazzata dal plotone di esecuzione garibaldino assieme ad altre 23 persone: aveva dato un figlio, Paolo, proprio a un comandante partigiano: perchè i partigiani si liberarono di lei, lasciando orfano il bambini che visse da orfani e incontrò il padre solo quando era uomo fatto?”.
Il volume ricostruisce anche le incredibili peripezie di Evaristo Fava, postino sopravvissuto alla fucilazione e salvato dal coraggio di suoi colleghi delle Poste. Apre il capitolo della misteriosa sparizione del Liber Mortuorum dalla chiesa di Pianzo, come dei referti necrologici scomparsi dagli archivi comunali. E rivela, non ultime, anche testimonianze inedite sulla morte del partigiano Lodovico Landini “Sergio”, non trucidato dai militi fascisti, ma ucciso dal “fuoco amico” durante la battaglia di Montecchio. La soppressione dell’intero presidio Gnr di Montecchio, in spregio a ogni convenzione di guerra, potrebbe spiegarsi proprio con l’imperativo di coprire quella verità.
” Fino ad oggi, solo il comune di Castelnovo Monti ha trovato il tempo, lo spazio e il modo per promuovere un incontro nel quale si è discusso con del libero su Cernaieto insieme allo storico Massimo Storchi – conclude Filippi – Tutti gli altri comuni della provincia toccati in un modo o nell’altro dall’eccidio di Cernaieto, compreso il comune di Casina (nemo profeta in patria) non hanno risposto alle richieste”.
L’incontro di villa Di Marzio, va da sè, non è patrocinato dal Comune.