La Confederazione italiana agricoltori di Pistoia rilancia le ricette presentate ieri dalla Cia regionale, fra cui per prime: l’andare avanti con la legge obiettivo 10/2016 e il potenziamento dei controlli delle guardie provinciali ex art. 37 della legge 3/1994. Il presidente di Cia Pistoia Orlandini suggerisce, per reperire i fondi necessari a risarcire gli agricoltori danneggiati da cinghiali e cervidi, di aumentare le quote d’iscrizione dei cacciatori nelle aree vocate.
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Cia Pistoia condivide e rilancia le cinque mosse proposte ieri da Cia Toscana per affrontare l’emergenza ungulati in agricoltura, che sta provocando ingenti danni anche nel territorio pistoiese e persino nei vivai della piana. Non solo. Per bocca del suo presidente Sandro Orlandini, suggerisce un modo per dare più concretezza alla mossa numero cinque, cioè «garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni»: aumentare le quote di iscrizione dei cacciatori in relazione alle aree vocate. Ma non è tutto: secondo Orlandini i cacciatori, nelle aree non vocate, dovrebbero prelevare più femmine di ungulati, altrimenti la sovrappopolazione non si riduce.
Nel comunicato stampa di ieri di Cia Toscana, dopo l’espressione di insoddisfazione per il grado di attuazione della legge regionale n. 10 del 2016 sulla gestione degli ungulati in Toscana, venivano proposte le seguenti mosse per uscire dalla fase di «stallo» della cosiddetta legge obiettivo:
1) dare piena legittimità agli amministratori degli ambiti territoriali di caccia (atc) accelerando nel frattempo la ridefinizione degli atc secondo l’impianto della legge obiettivo, ma coniugato con il riconoscimento, per alcune aree, del criterio di omogeneità territoriale;
2) potenziare le attività di controllo previste dall’art. 37 della legge regionale 3/94 (la legge quadro sul prelievo venatorio), superando le lungaggini procedurali che ne rendono difficile l’attuazione;
3) concludere il percorso di definizione delle aree non vocate, che debbono comprendere, come prevede la legge obiettivo, tutti i territori agricoli potenzialmente a rischio di danni;
4) proseguire l’azione di allargamento della caccia di selezione, indispensabile strumento da affiancare alla caccia programmata ed agli interventi di controllo;
5) intervenire con decisione per garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni.
«E’ prioritario salvaguardare la legge obiettivo fortemente voluta dall’assessore regionale Remaschi – commenta Sandro Orlandini -. Ieri sera all’incontro alla festa dell’Unità regionale anche il ministro delle politiche agricole Martina ha sostenuto che tale legge rappresenta un elemento di novità interessante e forse l’unica strada concretamente percorribile per uscire dall’emergenza ungulati».
«Condivido le ricette di Cia Toscana – aggiunge Orlandini – e mi permetto di suggerire, per dare gambe alla mossa n. 5, di prendere in considerazione l’ipotesi, che del resto avevamo già discusso nell’ambito dell’Atc di Pistoia, di aumentare le quote di iscrizione dei cacciatori almeno relativamente alle aree vocate. Infatti gli atc al momento non hanno risorse sufficienti a risarcire i danni da ungulati effettivamente subiti dagli agricoltori e le quote annuali dei cacciatori non sono alte». «Esorto inoltre i cacciatori – conclude Orlandini – a non limitarsi, quando cacciano nelle aree non vocate, al prelievo degli ambiti maschi, magari nel caso dei cervidi per i bei palchi, perché se non vengono prelevate anche le femmine il problema della sovrappopolazione non si risolve».
Addetto stampa Cia Pistoia
Lorenzo Sandiford – 333-3459187