Le mostre di STAMP: Paolo Gubinelli

“I suoi segni mi hanno colpito per la grande eleganza primitiva. C’è qualcosa che si stampa nella memoria come se fossero pieni di messaggi graffiati”. A firmare questo pensiero per l’opera dell’artista marchigiano Paolo Gubinelli (1945), è Tonino Guerra, uno dei tanti personaggi ben noti della cultura italiana che hanno espresso gradimento e ammirazione verso la sua arte. E’ stato Guerra a proporre a Vittorio Sgarbi la candidatura di Gubinelli all’ultima Biennale di Venezia. Alle Corderie l’artista aveva installato 28 carte di Fabriano, che accompagnavano versi inediti proprio di Guerra. Già nel 1977 Lara Vinca Masini scriveva a proposito del suo operato artistico: “La componente grafico-architettonica è in Gubinelli continua ed essenziale, e dà al suo lavoro, che pure non manca di riferimenti alla filosofia astratta orientale (quelli che vengono, a mio avviso, a costituire una componente insostituibile nel lavoro degli artisti americani della “Nuova Astrazione”) una connotazione di carattere europeo, razionale, senza nulla detrarre alla poetica concentrazione di cui le sue carte si caricano sempre più; e maggiormente nella dilatazione attuale della dimensione dell’opera stessa, che sulla parete, diventa una sorta di “fuoco” ottico, che coinvolge lo spazio attorno e lo fa tutto vibrare e lo dilata…”. Ce lo conferma lui stesso il grande interesse per la carta: “… dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, ho sentito la carta come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase usavo cartoncino bianco, con una particolare ricettività alla luce, lo incidevo con una lama, secondo strutture geometriche. In un secondo momento, ho sostituito al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata”.
Affascinanti per leggerezza e varietà cromatica, sono le installazioni in fogli (nella foto un esempio) “che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale”.
Negli anni ha cominciato ad applicare i suoi magici segni incisi o in rilievo, nei libri d’artista, sulla ceramica, il vetro, di nuovo sulla tela, creando ogni volta un linguaggio altamente musicale e poetico. Come aveva intuito il critico Masini, importante per meglio comprendere le sue opere, è la frequentazione con architetti e artisti di cui ha condiviso un’intesa di idee, come Michelucci, La Pietra, Burri, Nigro, Sol Lewitt, Castellani. Gubinelli è anche poeta, e tra i suoi affini c'è Maria Luisa Spaziani la quale di recente ha scritto per lui. “Gli acquarelli chiari o lunari hanno la carnalità madreperlacea di una pelle, sono un sottile alabastro posto contro un tessuto di braci o una tempesta di neve”.
La mostra online di Gubinelli per STAMP è visibile in fondo alla home page www.stamptoscana.it

Mostra di Paolo Gubinelli – Limonaia di Villa Vogel 
Via delle Torri 23 – Firenze,  tel. 055 276711 – Dal 3 al 25 Febbraio
Apertura al pubblico    dal lunedì al sabato   ore 9,00 – 18,00.

 

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