Le liberalizzazioni varate dal governo Monti non convincono gli Industriali. Il presidente di Assindustria Reggio Emilia Stefano Landi parla di interventi rilevanti per il futuro del Paese – come le decisioni di scorporo della “rete” gas o di riduzione del perimetro dei servizi pubblici locali – ma allo stesso tempo evoca ombre e timori sulla loro incisività.
Due le contraddizioni che rileva il presidente Landi: “La prima è costituita dalla presenza di alcune iniziative che prevedono nuovi obblighi di legge antitetici a un effettivo maggior grado di concorrenza. La seconda, è data dall’incomprensibile selettività dei provvedimenti. Da una parte, infatti, si interviene nel settore dell’energia con lo scorporo della “rete” gas, dall’altra, nessuna decisione per settori altrettanto vitali come i servizi postali e il trasporto ferroviario. Realtà, queste ultime, nelle quali sarebbe indispensabile perseguire due precisi obiettivi: l’avvio della dismissione delle imprese “dominanti” ancora controllate dallo Stato e lo stimolo della concorrenza attraverso l’ingresso di nuovi operatori”.
Secondo Landi “siamo di fronte a una resistenza alle “dismissioni” analoga a quella dei governi precedenti che, rifiutando tale soluzione, hanno sostanzialmente rinunciato non solo a creare nuovi presupposti di sviluppo, ma anche ad abbassare l’asticella dell’enorme debito pubblico”. “Infine, – continua il presidente degli Industriali – vale la pena ricordare che il dibattito di questi ultimi mesi è stato sostanzialmente egemonizzato dagli interventi riguardanti alcune categorie, come i tassisti e i farmacisti, assurte ingiustamente a simbolo dell’egoismo corporativo nazionale. Categorie che, in ogni caso, hanno sostanzialmente vinto la loro battaglia perché alla prova dei fatti non sono state “liberalizzate”. Al contrario, nei loro confronti è stata confermata quella pianificazione dell’offerta (numero dei negozi o delle licenze) che perpetua l’ingerenza arbitraria dello Stato in ambiti che potrebbero benissimo autoregolarsi seguendo logiche di mercato”.
Landi ricorda poi che il Governo si è impegnato anche sul fronte della lotta alla burocrazia, attraverso il cosiddetto “Decreto semplificazioni”. ” In questo caso – sottolinea – il dato di rilievo non è la pur necessaria cancellazione di oltre 300 Leggi, ma l’attenzione rivolta alla “banda larga” sulla cui mancata diffusione Industriali Reggio Emilia è più volte intervenuta negli ultimi anni. In tale ambito ci auguriamo che la prospettata istituzione di una cabina di regia interministeriale, incaricata di coordinare l’azione dei vari livelli istituzionali nell’attuazione dell’agenda digitale, diventi lo strumento per la non più rinviabile posa della fibra ottica”.
“L’Italia – conclude Landi – è ancora lontana dall’aver aperto al mercato tutto quanto può e deve essere liberalizzato, dalla riduzione dell’asfissiante macchina burocratica e dalla semplificazione dei livelli amministrativi, come ben dimostra la situazione di stallo dell’annunciata riorganizzazione delle province. Certo, quello di questi giorni pare essere un buon inizio, ma serve l’impegno di tutti per far sì che non si tratti di una falsa partenza”.