Fratelli, si taglia! I volontari reggiani non bastano, mozzato il bandierone…

Il giorno dopo la celebrazione si viene a sapere che nella città del Tricolore non c’erano abbastanza volontari per srotolare tutto il super-bandierone (presunto vanto del 220esimo anniversario) e gli organizzatori si sono dovuti privare di una buona parte del vessillone strisciante per la città. Di ghiaccio tutti i reggiani che dai social avevano gridato alla ritrovata unità. Sberleffi dai cugini modenesi ideatori (nel 2011) dello stesso stendardo più lungo del mondo

Il giorno dopo la celebrazione si viene a sapere che nella città del Tricolore non c’erano abbastanza volontari per srotolare tutto il super-bandierone (presunto vanto del 220esimo anniversario) e gli organizzatori si sono dovuti privare di una buona parte del vessillone strisciante per la città. Di ghiaccio tutti i reggiani che dai social avevano gridato alla ritrovata unità. Sberleffi dai cugini modenesi ideatori dello stesso stendardo più lungo del mondo

taglio
Il momento fatidico…

Ricordate il lungo Tricolore di quasi duemila metri che il 2 giugno del 2011 sfilò per le strade di Modena in occasione della Festa della Repubblica, per conquistare, alla presenza dei notai, il record di bandiera più lunga del mondo?

Da ieri il Tricolore più lungo del mondo, simbolo dell’unità nazionale con i suoi 1797 metri di lunghezza, tanti come l’anno in cui a Reggio Emilia è nato il vessillo bianco, rosso e verde, ha rischiato di non entrare più – suo malgrado – nel guinness dei primati.

Il “dramma” si è consumato a Reggio Emilia, dove era in programma la sfilata in onore del 220esimo compleanno della bandiera italiana e della visita del presidente Sergio Mattarella.

Poco dopo mezzogiorno passata mezz’ora da quando il bandierone aveva iniziato a defilare in corso Garibaldi, nel cuore di Reggio, accompagnato da centinaia di volontari di associazioni e semplici cittadini, gli organizzatori dell’iniziativa – una delle tante a corredo della festa del Tricolore celebrata ieri in città – si sono accorti che accanto al camion su cui era arrotolata la bandiera, parcheggiato davanti alla sede della prefettura di Reggio, non c’era più nessuno. Non c’erano abbastanza volontari per proseguire nel sostenere il vessillo sino al metro 1797.

Con in mano un paio di forbici, che in quel momento per lui avevano lo stesso effetto di una lama che trafiggeva il suo cuore (e idealmente quello di tutti gli italiani), il proprietario della bandiera (che fu creata dall’Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall’internamento e dalla guerra di Liberazione, ndr) ha tagliato il vessillo – largo quattro metri e mezzo e dal peso di quasi cinque quintali – risolvendo la situazione di impasse e facendo ripartire il corteo, ma con il Tricolore ormai monco. Sceso dal camion, guardando sconsolato quel lembo di bandiera penzolante e sfrangiata che si allontanava da lui percorrendo corso Garibaldi, ha cominciato a scuotere la testa: «Non era mai successo, non mi sarei mai aspettato una cosa simile, proprio qui, nella città del Tricolore. A Bassano c’era gente che si spingeva per portare la bandiera e poter dire: c’ero anch’io».

Poco prima del doloroso taglio, al megafono, aveva lanciato strali contro i reggiani, che si sono (a suo dire) – ma forse andavano gestite anche meglio le persone all’inizio del corteo, dove la distanza era troppo ravvicinata – presentati in pochi all’appuntamento: «È un sacrilegio dover tagliare questa bandiera ma, evidentemente, Reggio ha risposto in questo modo».

(Gazzetta di Modena online)

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