Prato – Si è conclusa al Museo Pecci la due giorni pratesi su Cooperazione e Ambiente, il convegno organizzato dal Comune insieme alla fondazione Water Right Foundation.
Protagonista il mondo della scuola con la tavola rotonda dal titolo “Le risposte del mondo della scuola e dell’arte. Formazione nuove generazioni per una nuova cittadinanza consapevole e rispettosa dell’ambiente” con gli interventi degli insegnanti e degli studenti delle scuole superiori per la presentazione del progetto “Le forme dell’acqua”.
In apertura il Vicesindaco Simone Faggi ha sottolineato l’importanza della consapevolezza della formazione ambientale e della cooperazione, tutti temi importantissimi per i ragazzi delle scuole che attraverso queste giornate con esperti della materia,possono apprendere l’importanza delle risorse tra cui il bene primario dell’acqua.
“Tutto ci riguarda e tutto ci appartiene.La cooperazione è importante perché può aiutare a risolvere le problematiche in altri paesi che sono in difficoltà – ha affermato Faggi – e il fatto di mettere l’ambiente al centro del pensiero puó aiutare a mantenere quel controllo pubblico per evitare ad esempio ció che accade nella zona del delta del Niger,dove un dissennato uso delle risorse che poi sono appannaggio delle multinazionali, causa catastrofi ambientali e mette in fuga le popolazioni.”
Il tema e l’importanza dell’acqua come valore, i progetti in Toscana e in varie zone del mondo della Water Right Foundation, che grazie a un rinnovato impegno degli enti locali e delle associazioni del territorio sta selezionando pochi ma qualificati progetti per perseguire lo scopo di una cooperazione territoriale integrata e ispirata agli obiettivi di sviluppo sostenibile, sono stati affrontati da Andrea Sbandati.
Interessante il suo intervento sul delicato tema dell’acqua nel conflitto israeliano palestinese. “Se guardate il muro – ha detto agli studenti – esso non è diritto perché segue i campi pozzi di cui gli israeliani vogliono avere l esclusiva per gli approvvigionamenti d acqua. Tutto nasce dal fatto che l’area in cui vivono israeliani e palestinesi non ha sufficienti risorse idriche ed attualmente Israele ne fa un utilizzo esclusivo a scapito della controparte palestinese.”
Ecco il perché del “Progetto Palestina”, promosso da Comune di Prato, Water Right Foundation, Gida, Publiacqua, Cispel, Ait e Pin e finanziato dal Governo con 900 mila euro per il biennio 2018-2019.