
“Family man. Diario semiserio di un marito cristiano cinque volte papà”, editrice La Fontana di Siloe, è l’ultima fatica letteraria di Edoardo Tincani, 44 anni, direttore del settimanale La Libertà e capo ufficio stampa della Diocesi. Una raccolta di racconti brevi, pagine di diario appunto, in cui lo scrittore e giornalista reggiano riflette su “fatiche e meraviglie” del matrimonio partendo da casa sua.
Il libro sarà presentato sabato 28 maggio alle 18.30 a Correggio, nell’ambito della sagra di San Quirino, nel Cortile di Palazzo Bellelli; domenica 5 giugno alle 17 a Sassuolo, presso la parrocchia di San Giovanni Neumann al Parco; domenica 12 giugno alle 18.30 presso la parrocchia di Gavassa nell’ambito del “Festincontro” di Azione Cattolica, con apericena.
Tincani, Family man si nasce o si diventa?
Family man in quanto progetto è nato proprio su 7per24.it e sono grato a Gianfranco Parmiggiani per avermi convinto a tenere una rubrica on-line, che poi, con altri “affluenti”, è sfociata nel libro. Per il resto, penso che Family man si diventi, quando si decide di uscire dal guscio individualistico e si accetta di affidarsi anima e corpo alla propria sposa.
Prima di Family man ci fu la saga di E.T., l’extraterrestre con le sue iniziali. C’è un legame tra i due?
Beh, un primo legame che vedo è ancora… Parmiggiani, che di “Reggio vista da E.T.” ha firmato la prefazione. C’è stato anche “Goodbye Reggio Emilia”, in coppia con Francesca Manini, dopodiché l’astronave dell’extraterrestre dalla testa quadra, con cinque anni di satira a bordo, è andata in altre galassie. In mezzo ho scritto un libro molto impegnato su fede e politica.
Un secondo legame di Family man con E.T. sta in quel “semiserio” del sottotitolo: è la voglia di sorridere sulle cose, per vivere con il giusto distacco, con levità.
Che famiglia racconta nel libro?
La mia. Anche perché non avrei saputo raccontarne altre.
Sì, ma che famiglia è?
Una famiglia “ruspante”, come scrive Marina Corradi nella prefazione di Family man. Caotica, un po’ frenetica, ma autentica: quasi niente a che vedere con le famiglie finte della pubblicità, quelle che all’alba si alzano sorridenti e in forma, in cucine magnificamente in ordine e indossando abiti perfetti. Una famiglia unita, anche, nonostante le richieste a getto continuo dei figli, e le discussioni quotidiane, specie con gli adolescenti di casa.

Perché ha scritto questo libro?
Proprio per raccontare la bellezza ordinaria del matrimonio, la possibilità della famiglia come via maestra di realizzazione piena dell’uomo e della donna. E la gioia profonda della paternità.
Poco dopo l’uscita di Family man, però, in Italia è arrivata la legge sulle unioni civili…
Se è per quello, nel mondo intero, è arrivato anche un documento straordinario di papa Francesco intitolato “Amoris Laetitia”, che è nello stesso tempo un inno alla famiglia uomo-donna e un balsamo per chi ha vissuto separazioni dolorose. Nel suo piccolo, Family man lancia un messaggio positivo, incoraggiante sulla famiglia, per chi deve ancora formarsela e per chi si è già sposato e raccoglie la sfida della perseveranza.
Il “diario di un marito cristiano” cos’ha di diverso da quello di uno non cristiano?
La descrizione della routine non cambia. Il matrimonio cristiano, in forza del sacramento, esalta tre caratteristiche dell’amore coniugale di cui la modernità liquida, o se preferisce il relativismo, finge di poter fare a meno.
In parole più facili?
L’esclusività dell’amore degli sposi, quindi la fedeltà, in faccia al luogo comune sul “non c’è niente di male” del tradimento. La fecondità, cioè la fertilità e l’accoglienza e cura di chi ha più bisogno, in controtendenza rispetto all’individualismo spinto e narciso. E poi l’amore permanente, una testimonianza importantissima nel tempo della precarietà affettiva, del divorzio brevissimo e degli accordi prematrimoniali.
Un consiglio agli sposi?
Non affidate le vostre memorie a Whatsapp. Scrivete su carta i vostri sentimenti, anche quelli negativi, e parlatene insieme per capirvi e ricominciare ogni giorno: scripta manent.