Lavoro: un patto per la vera staffetta generazionale

Il futuro del lavoro tra crisi e nuove strategie per l’occupazione

Lavoro: un patto per la vera staffetta generazionaleValentina Barbieri

Ormai non c’è discorso in cui non emerga la nota dolente della disoccupazione giovanile o la ricerca spesso vana di un misero posto di lavoro. Nel calderone dei tanti report fin troppo pessimisti sul futuro delle giovani generazioni a volte emergono anche riflessioni edificanti su prospettive di crescita. Se n’è parlato stamattina al centro per l’impiego di via Premuda insieme al vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi nel convegno “Generazioni e innovazione”.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con il decreto direttoriale 807 del 19 ottobre 2012 ha promosso e finanziato l’iniziativa sperimentale “Staffetta generazionale”  nell’ambito del Progetto di Italia Lavoro “Azione di sistema welfare to work per le politiche di re-impiego 2012-2014”. L’Emilia Romagna rientra nelle regioni che hanno scommesso su questo nuovo modello di occupazione puntando nello stesso tempo sull’inserimento lavorativo dei giovani e sul mantenimento  dei lavoratori maturi all’interno della stessa azienda.

Capiamo meglio di che cosa si tratta, riassumendo la lezione di Andrea Gandini, docente di economia aziendale dell’Università di Ferrara. La Staffetta generazionale stimola l’assunzione di giovani con contratto di apprendistato e/o a tempo indeterminato e induce alla riduzione da full time a part-time l’impiego dei lavoratori prossimi alla pensione. In questo modo il giovane avrà la possibilità di ricevere dai senior dell’azienda un’adeguata formazione e  il lavoratore maturo sarà incentivato ad accettare volontariamente la trasformazione del contratto vedendosi garantito il versamento integrale dei contributi previdenziali sebbene le ore di lavoro vengano dimezzate. Le risorse assegnate alle Regioni dal Ministero del Lavoro servono appunto a colmare il delta contributivo.

Altra esperienza interessante di cui ha parlato la presidente di Legacoop Simona Caselli è rappresentata dal workers buyout. Cioè, l’acquisto di aziende in crisi da parte dei dipendenti stessi. In Provincia ce ne sono quattro esempi. Dall’azienda di nicchia che lavora il legno in montagna, al cravattificio di Sant’Ilario per griffes famose rilevato dalle donne dipendenti,  all’impresa che rischiava di saltare a causa della morte del titolare fino al caso più emblematico, l’ex ceramica Magica oggi Greslab di Scandiano. Si tratta di aziende che in fase di fallimento sono state rilevate dai dipendenti grazie al sostegno di Legacoop e sono state rilanciate arrivando persino, nel caso della Greslab, al raddoppiamento del fatturato.

Ma c’è anche chi, ritrovatosi disoccupato a 40 anni, si è inventato un nuovo lavoro, accantonando lo scoraggiamento e puntando sulle competenze acquisite anche grazie ai corsi di formazione co-finanziati dalla Provincia. Ne è testimonianza la coop sociale “Tutte le porte” fondata da Daniele Cavalchi e da altri sei professionisti esperti in varie attività tra cui falegnameria, informatica, idraulica ed elettricità.

“Abbiamo deciso di crearci da soli quel lavoro che all’esterno non riuscivamo a trovare, mettendoci insieme e offrendo qualcosa che sul mercato non c’era – ha raccontato Cavalchi – Dopo aver bussato appunto a tutte le porte per rientrare nel mondo del lavoro, abbiamo deciso di unirci in una cooperativa in modo da valorizzare le nostre professionalità e oggi offriamo ai privati, alle aziende ed agli enti servizi accurati, professionali e a prezzi concorrenziali”.

Ulteriore aspetto da non trascurare è l’impegno che la Provincia ha mostrato riguardo il collocamento lavorativo dei disabili. Sono appena stati stanziati 14 000 euro alle imprese che hanno assunto disabili nel corso 2013. E’ aperto fino al 31 gennaio l’Avviso rivolto alle aziende che abbiano fatto assunzioni a tempo indeterminato o trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato a favore dei lavoratori disabili per presentare le domande di contributo o di rimborso, in caso di spese sostenute per l’adeguamento del posto di lavoro.

 

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