Crollano le assunzioni di giovani e donne, e il 2013 si annuncia peggiore del 2012. Sono i dati allarmanti del mercato del lavoro a Parma e provincia, illustrati dall’Osservatorio provinciale che ha messo sotto la lente i numeri del primo trimestre 2013.
Parlando di disoccupazione l’unica luce in mezzo a tante ombre riguarda il confronto tra Parma e la media nazionale, a vantaggio della città ducale, segno di “un territorio che non vuole piegare la testa sotto i colpi della crisi” per dirla con l’assessore provinciale alle Politiche lavorative Manuela Amoretti.
Ecco il quadro del primo trimestre 2013. Mentre, nonostante le oscillazioni, c’è una sostanziale tenuta dell’export, continua il calo produzione industriale e delle assunzioni. Dopo un 2012 che si è chiuso con la perdita di 633 posti di lavoro ( la previsione era di 2000) di cui 143 nelle attività manifatturiere, nei primi tre mesi di quest’anno si registra una perdita di 398 unità (dato destagionalizzato).
La crisi delle assunzioni è continuata nella meccanica generale (sia in termini congiunturali -3,2% che tendenziali -10,8%. ) anche se è stata l’industria alimentare che più ha contribuito alla diminuzione delle assunzioni, in prevalenza lavoro stagionale, nelle attività manifatturiere (-35% negli ultimi sei mesi), una flessione della domanda di lavoro che per il momento non ha comportato una rottura in un settore vitale dell’economia parmense.
Per quanto riguarda i settori, nel primo trimestre 2013, le costruzioni esprimono il record della caduta della domanda di lavoro, con una variazione negativa congiunturale (-14,7%) e tendenziale (-29,5%). Nel commercio si è aperto un nuovo fronte della crisi e le assunzioni (congiunturale -1,5% tendenziale -14,7%) sono ritornate al minimo storico raggiunto nel pieno della recessione 2008-2009. Crollano le assunzioni negli alberghi e ristoranti ( congiunturale -2,6% e tendenziale -26,2%) a causa della riforma Fornero (L. 28 giugno 2012, n. 92) che porta con sé il vero e proprio crollo del lavoro intermittente.
La pesante crisi delle attività del terziario commerciale ha una conseguenza: la perdita stimata di posti di lavoro in questo primotrimestre 2013, se confermata, tutta a discapito della componente femminile (-368 unità).
Lo stallo generale delle assunzioni ha fatto registrare le più gravi ripercussioni sulla componente giovanile il cui tasso di disoccupazione, già passato dal 12,3% nel 2011 al 19,2% nel 2012, si è aggravato in questo primo trimestre (-1,9% in termini congiunturali e -16,9% in termini tendenziali). In modo analogo viene colpita anche la popolazione straniera.
Da segnalare la notevole crescita della disoccupazione intervenuta, pure in provincia di Parma, nel biennio 2011 – 2012: le persone in cerca di occupazione sono passate dal livello medio annuo di 8mila unità nel 2011 a ben 14 mila nel 2012, con un parallelo aumento del tasso di disoccupazione, dal 3,7% al 6,3%.
Sono poco più di un migliaio, di cui più della metà nelle attività manifatturiere, i posti di lavoro a rischio presso le aziende che stanno facendo cassa integrazione o che sono interessate da procedure di mobilità.