Nasce il contratto “di rete”, mediante il quale le imprese agricole potranno fare assunzioni congiunte con l'obiettivo di reclutare più facilmente professionalità utili a crescere sui mercati interni e internazionali, come? mettendosi in rete, appunto, per suddividere gli oneri contrattuali legati all'assunzione dei dipendenti. Creato con il “Pacchetto occupazione” (decreto legge n. 76/2013), questo nuovo strumento di job sharing è stato messo a punto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche portando al tavolo delle trattative le organizzazioni professionali agricole. Il decreto firmato oggi dal ministro Giovannini dà una mano a semplificare anche le relative procedure, specificando le modalità per effettuare un’unica comunicazione delle assunzioni congiunte di lavoratori dipendenti nelle imprese agricole, fra cui cooperative, imprese appartenenti allo stesso gruppo di imprese, riconducibili allo stesso proprietario o a soggetti legati tra loro da un vincolo di parentela. “Il contratto di rete per le imprese agricole consentirà di cogliere più facilmente anche le opportunità che l’EXPO fornirà al settore – sottolinea il Ministro – e di superare quei limiti allo sviluppo dovuti dalla dimensione di alcune imprese”. Sarebbe quindi uno stumento adatto in particolare alle piccole imprese che facendo rete tra loro possono abbattere i costi del lavoro e delle professionalità più competitive.
Soddisfazione di Coldiretti secondo la quale con le assunzioni in job sharing e le relative semplificazioni apriranno nuove opportunità di lavoro a quasi 1 studente su 4 che punta sull’agroalimentare Made in Italy. "Le misure introdotte – sostiene il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo – potranno favorire l’accesso anche di personale professionalizzato nell’ agricoltura italiana, che sta affrontando un rilevante impegno per l’innovazione e la qualificazione".
"Secondo una analisi della Coldiretti il 23% degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali – sottolinea la Coldiretti – hanno scelto per il 2013/2014 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia perché vi intravedono una prospettiva di sviluppo positivo per il futuro. Una rivoluzione generazionale che – conclude Moncalvo – va sostenuta con atti concreti in un settore da primato nella competizione globale che traina l’intero Made in Italy".