Lavoro: i francesi diventano “pluriattivi” e flessibili

Parigi  – Un francese su due sarebbe pronto a lavorare di più senza aumenti salariali. Lo indica un recente sondaggio effettuato dal colosso del lavoro interinale Randstad interrogando seimila francesi che lavorano a tempo pieno. L’inchiesta è stata compiuta mentre in Francia non si è ancora esaurita la protesta per la nuova legge che regola il mercato del lavoro, il “job act” made in France che nonostante sia stato definitivamente adottato ad agosto, continua  ad essere contrastata da manifestazioni in tutto il paese, come quella di giovedì scorso che ha paralizzato Parigi che si è conclusa con numerosi fermi e feriti.

Secondo il sondaggio il 48,3% delle persone interpellate sarebbe disposta appunto a un orario di lavoro più pesante senza contropartite salariali,  certo solamente a patto che il datore di lavoro sia in difficoltà e che il sacrificio non sia permanente. Una risposta ritenuta dagli osservatori sorprendente e che potrebbe indicare un cambiamento di mentalità. Finora infatti i francesi sono stati assai restii a alla flessibilità interna, come la modulazione salariale e l’orario di lavoro anche in caso di crisi o difficoltà, contrariamente ai tedeschi che grazie alla flessibilità hanno superato meglio la crisi negli anni 2008-9 con un tasso di disoccupazione rimasto quasi invariato mentre oltralpe è balzato  dal 7,8 al 9,4 %.

Dall’inchiesta emerge anche che la controversa legge che limita a 35 ore l’orario di lavoro settimanale è stata via via svuotata del suo impatto dal momento che  “la maggior parte dei lavoratori dipendenti lavorano molto di più delle 35 ore”.  Il 72% lavora infatti oltre le 36 ore alla settimana, grazie a una serie di emendamenti, come quello che ha consentito di aumentare il numero degli straordinari. La nuova legge sul lavoro, contestata soprattutto perché privilegia gli accordi aziendali rispetto a quelli nazionali di settore, renderà ancora più facile “sforare” le 35 ore in quanto le aziende potranno modificare l’orario di lavoro secondo disposizioni meno favorevoli da quelle previste dagli accordi settoriali.

Con l’economia francese che non decolla, la disoccupazione resta alta in Francia, attestata attorno a quota 10% della popolazione attiva. In attesa che la nuova legge porti qualche frutto, nel paese si intensifica l’arte di arrangiarsi, come quella di arrotondare i fine mese inanellando uno o due lavori. Secondo dati riportati dal quotidiano “Le Monde” i “pluriattivi”  già soprannominati “slashers” –  da slash la barra che in questo caso separa le diverse attività di una persona – sarebbero oltre 4 milioni, cioè circa il 16%  della popolazione attiva.  Il numero sarebbe esploso anche a causa della durata sempre piu` breve delle missioni interinali o dei contratti a durata determinata che rende indispensabile cercare di cumulare varie mansioni per potersi mantenere.

Fot: www.charentelibre.fr

 

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