Firenze – Lavoro, avanti tutta. La giunta regionale ha dato il via libera agli incentivi, misure rivolte alle aziende delle aree di crisi che assumeranno o hanno assunto personale nel corso del 2016. Sono 2 milioni e 650 mila euro destinati per lo più a Piombino, Livorno e Massa – Carrara, ai cui territori sono stati assegnati 2 milioni e 250 mila euro, ma anche all’area dell’Amiata (100 mila euro) e ad eventuali aree di crisi di prossima attivazione (300 mila euro).
La proposta di delibera, presentata dall’assessore al lavoro Cristina Grieco, è stata approvata dalla giunta, che contemporaneamente ha stanziato 1 milione e 839 mila euro di ulteriori incentivi anche per il 2015. Quanto infatti stanziato l’anno scorso, 5 milioni e 192 mila euro, non era risultato sufficiente per finanziare tutte le domande valutate ammissibili. Così si è deciso di approfittare dei residui di un fondo per l’occupazione del 2014 gestito da Sviluppo Toscana per scorrere la graduatoria, dando la priorità anche in questo caso ai territori delle aree di crisi e all’inserimento dei disabili e a seguire, secondo l’ordine cronologico di presentazione, a tutte le altre. Le domande che non si riuscirà a finanziare ora saranno coperte con eventuali risorse e revoche di contributi sul fondo sociale europeo che si renderanno disponibili in seguito.
Per il 2016 sono sette le assunzioni tipo che saranno incentivate: lavoratori delle aree di crisi rimasti dopo il 1 gennaio 2008 senza lavoro e non ancora ricollocati, disoccupati o lavoratori in mobilità,privi di ammortizzatori, con meno di cinque anni alla pensione, disabili e persone svantaggiate, donne over30 (disoccupate, s’intende), giovani laureati e dottori in ricerca (ma solo per le piccole e medie imprese). Il contributo varia di caso in caso e diventa più pesante nel caso di assunzione o di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Ecco qualche esempio. Marta e Luigi hanno perso il lavoro dopo il 2008, un’azienda sceglie di riassumerli: se il contratto sarà a tempo indeterminato l’impresa potrà godere di un incentivo di 8.000 euro (la metà in caso di part-time), se il contratto sarà a tempo determinato ma di almeno sei mesi potrà contare su 4.000 euro. Naturalmente nel caso di successiva trasformazione, l’azienda potrà richiedere in un secondo tempo la differenza.
Le imprese che offriranno un posto di lavoro a tempo indeterminato ai pensionandi (con meno di cinque anni alla quiescenza) si vedranno riconoscere un bonus di 3.000 euro l’anno: per tre anni, se a quell’epoca saranno già in pensione, o cinque negli altri casi.
Per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità, disoccupate o iscritte negli elenchi di collocamento mirato, gli incentivi oscillano da 2.000 a 10.000 euro: i più bassi riguardano contratti a termine di sei mesi, ce ne sono di intermedi per durate maggiori mentre il contributo massimo è riconosciuto per assunzioni a tempo indeterminato. Identica modulazione è prevista per le persone svantaggiate.
Le donne over30 disoccupate, se assunte a tempo indeterminato porteranno in dote all’azienda da 3.000 a 6.000 euro: dipende se il contratto è a tempo pieno o parziale. Anche le piccole e medie imprese che sceglieranno di investire su giovani laureati potranno contare sugli stessi 3.000 e 6.000 euro, che si ridurranno a 2.000 e 3.000 (part-time e full-time) nel caso di assunzione a termine.
Per i dottori in ricerca, sempre nel caso di piccole e medie imprese che storicamente sono poco propense ad investire su personale altamente formato, l’incentivo sarà ancora superiore: 6.500 e 3.250 euro per contratti a tempo indeterminato, 3.250 e 2.200 euro (tempo pieno e tempo parziale) per assunzioni a termine.