Firenze – Una domanda d’attualità della consigliera di Spc Antonella Bundu apre un mondo, che è quello del lavoro agile o smart working che dir si voglia. Il problema è ormai conosciuto: causa coronavirus, buona parte dei dipendenti comunali ha avuto la possibilità di accedere al lavoro da casa. Possibilità che spesso è stata necessità. L’occasione, l’uscita del nuovo presidente di Confindustria, l’ottantenne Maurizio Bigazzi, che aveva elevato una sorta di contrapposizione fra lavoratori affermando che “lo Stato dovrebbe imporre ai dipendenti pubblici in smart working un contributo di solidarietà del 3-4% sullo stipendio, a vantaggio di lavoratori, famiglie e persone in gravi difficoltà”.
Ma, a differenza di quanto sembra pensare Confindustria, problemi non sono mancati. Intanto, non tutti i dipendenti, come precisa Bundu, hanno la possibilità di accedere a internet, o hanno strumenti capaci di supportare lo smart working. Per molti, l’unica possibilità è accedere con il proprio cellulare in modalità router, con le spese ulteriori che ciò comporta e buona base di inefficacia. Per tutti, i problemi principali riguardano le ore di lavoro: quante? Come conciliarle con ad esempio, la vita famigliare? Come si organizza la pausa pranzo?
Alla domanda d’attualità risponde l’assessore al personale del Comune di Firenze Alessandro Martini, che rassicura sul fatto che la questione è ben presente all’amministrazione e gli incontri con le Rsu continuano.
“Non è mettendo in contrapposizione i lavoratori che si può risolvere il problema. Il tema va discusso – dice Martini, di fatto dissociandosi dalle dichiarazioni di Bigazzi – è necessario fare di queste modalità “necessitate” dalla pandemia un’occasione. Stiamo lavorando, con diversi incontri su questi temi. Intanto, la scadenza posta dal governo al 31 luglio su questa possibilità è stata prorogata a dicembre. Il lavoro agile va valutato, comprensivo con i presidi e tutto ciò che serve. Fondamentale la questione delle ore di lavoro, 7 ore, comprensive anche nelle ore pasto o degli straordinari. Giudicando le parole del neo presidente di Confndustria fuori luogo, l’amministrazione sta lavorando ormai da tempo per fare scelte che conciliano benessere lavorativo dei dipendenti con la loro funzionalità alla resa, in termini di servizi al cittadino della macchina comunale”.