Firenze – La vicenda ha dell’incredibile, sotto vari profili. Intanto, il fatto: una famiglia di sei persone, di origine albanese, non riesce a trovare nessuno che affitti loro casa. Il problema, come è normale pensare, saranno i soldi? … No, perché il capofamiglia è un giovane lavoratore, metalmeccanico, con uno stipendio che comunque gli può permettere ampiamente un affitto. Tanto più se si pensa che la “robustezza” economica della famiglia è sostenuta anche dal lavoro della nonna. No, il problema dev’essere un altro.
Il problema è comunque drammatico, in questo momento, perché la famiglia è stata sfrattata. Una vicenda che ha visto un contenzioso aperto col nuovo proprietario (il figlio del vecchio) per una questione di riscaldamento mancante, che è finita con l’interruzione del pagamento del canone da parte dell’inquilino, in attesa della soluzione della vicenda. Ma tant’è, scatta la morosità e la famiglia deve andarsene.
Consapevole di ciò, e fidando sul fatto che pur senza scialare la situazione lavorativa è tale da permettergli il pagamento del canone, il giovane lavoratore, padre di due figli, uno di tre anni e l’altra di otto mesi, si mette in cerca di casa. E qui, arriva la sorpresa: nonostante la busta paga, casa non si trova. Insisti e insisti, lasciando il numero alle agenzie e tornando a chiedere, qualcosa trapela. A mezza voce, senza mettere cartelli pubblici, ecco che si scopre qualcosa di insospettato. Magari non in Italia, ma a Firenze… sì.
Ebbene, a mezza voce, fra le righe, il problema comincia a prender forma. Ed ecco, è l’origine albanese. Ma come? il padre, il vecchio patriarca della famiglia, è in Italia da vent’anni. Il figlio, pur essendo arrivato da cinque anni, ha già lavoro in un’azienda nota su teritorio come metalmeccanico, e si è guadagnato la stima dei compagni, tant’è vero che del suo caso si occuperà anche l’Rsu di fabbrica.
Intanto, stamattina, lo sfratto in via del Bandino è stato eseguito. Nonostante bastassero venti giorni per almeno svuotare l’appartamento dalle ultime cose, dal momento che la famiglia ha già cominciato a portarle via. Anzi, sembra, come comunicano i sindacalisti di Asia che hanno seguito la vicenda, che il fatto di avere una busta paga abbia giocato contro, vale a dire che chi ha soldi, si può anche pagare l’affittacamere. Però sta di fatto che per potere avere un tetto sulla testa, almeno stanotte e di fronte all’inflessibilità dell’ufficiale giudiziario, stanotte dormiranno tutti divisi: la madre e i due figli in struttura, la nonna in un’altra struttura, gli altri come potranno. E ciò che rimane è un brutto dubbio, vale a dire che il razzismo ferisce anche Firenze.
E se da un lato pesa il razzismo, dall’altro lo stato dei servizi sociali e le risposte inadeguate continuano a rendere sempre più penose situazioni di questo genere. Commenta Erica Massa, Usb-Asia: “Non si può fare a meno di constatare l’inadeguatezza di un servizio sociale sempre più distaccato dal tessuto sociale su cui dovrebbe lavorare”. Il Comune, attacca Asia, spende centinaia di migliaia di euro per dare alloggi temporanei in strutture e dividere le famiglie, per tamponare senza dare risposte durature senza piani di edilizia popolare e di recupero che possano togliere la questione casa dal limbo dell’emergenzialità”