Firenze – Da mercoledì 12 ottobre a mercoledì 2 novembre Gabriele Lavia inaugura la nuova stagione del rinnovato Teatro Niccolini di Firenze con L’uomo dal fiore in bocca …e non solo di Luigi Pirandello. In scena anche Michele Demaria e Barbara Alesse. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile di Genova.
Dopo Sei personaggi in cerca d’autore, passando per Vita di Galileo di Brecht, Lavia torna al drammaturgo agrigentino che più di ogni altro ha segnato la cultura, e di conseguenza il teatro, del nostro tempo, arricchendo il monologo originale con altre novelle che affrontano il tema della donna e della morte.Ecco spiegato quel …e non solo usato come sottotitolo.
Il denominatore comune sono le paure e il bisogno di esorcizzarle dietro una qualche forma di maschera, imposta dagli altri e infine accettata, per quieto sopravvivere. Tra l’essere e l’apparire.
Per questa produzione sono stati riaperti gli storici laboratori del Teatro della Pergola che hanno realizzato interamente l’imponente scenografia.
Giovedì 20 ottobre, ore 18, al Niccolini, Gabriele Lavia incontra il pubblico.Coordina Riccardo Ventrella. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello è la scena maestra dell’incomunicabilità, della solitudine che si aggrappa alla banalità dei particolari più piccoli e insignificanti del quotidiano per cercare di rintracciare una superiorità della vita sulla morte. Al Teatro Niccolini di Firenze da mercoledì 12 ottobre a mercoledì 2 novembre, Gabriele Lavia, con Michele Demaria e Barbara Alesse, prova a trattenere quella vita un altro po’, prima della fine.
L’atto unico, rappresentato per la prima volta il 21 febbraio 1923 al Teatro Manzoni di Milano, è un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire fra breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata (l’Uomo dal fiore in bocca, interpretato da Gabriele Lavia), e uno come tanti, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte (il Pacifico Avventore, interpretato da Michele Demaria). L’autore, come in altri casi, trasse il testo teatrale da una novella scritta anni prima e intitolata La morte addosso.
Foto: G. Lavia M. Demaria (ph. Tommaso Le Pera)