L’autismo è cambiato. Comincia così una mail inviata nei giorni scorsi alla redazione da Roberto Vassallo, presidente dell’associazione Aut Aut Reggio Emilia che da anni si occupa di persone con autismo. In poche righe Roberto ci racconta l’esperienza di un progetto che, dal 2007, vede Aut Aut collaborare con Giuseppe Giacobazzi e Costa Crociere. L’obiettivo? Organizzare una settimana di crociera tra sport, spettacoli e divertimento per i ragazzi con autismo.
“Con Giacobazzi il rapporto è all’insegna della stima e fiducia reciproca – racconta Vassallo – è testimonial di Aut Aut da sempre e ci sostiene al 100 per cento! Costa Crociere è con noi, in questo progetto, da ormai 3 anni”.
L’idea di una vacanza di gruppo per i ragazzi di Aut Aut nasce dopo che Roberto sperimenta con suo figlio Daniel l’esperienza di una crociera: “Un’esperienza incredibile – ci racconta – e allora, mi sono detto, perché non provare con tutti i nostri ragazzi? Così, una volta arrivato a casa, ho mandato una mail a Costa Crociere e il giorno dopo un responsabile è venuto a trovarmi in associazione per discutere del progetto”.
I gruppi di ragazzi variano dalle 30 alle 20 persone seguite dagli operatori più un genitori: “Gestire una crisi in mare non è una cosa semplice, ecco perché prendiamo tutte le precauzioni necessarie”, spiega Roberto.
Così, anche quest’anno, durante le vacanze pasquali Aut Aut e i suoi ragazzi sono salpati in mare a bordo di Costa Crociere: “I ragazzi sono stati benissimo, nessuna crisi da gestire! Hanno passato pomeriggi in palestra, in piscina, in discoteca a ballare – racconta il presidente – e quest’esperienza ci insegna che i ragazzi con autismo non vogliono stare da soli, non si vogliono isolare dal mondo, ma anzi amano interagire con gli altri”.
“Rivolgo un appello ai medici, agli psicologi, agli insegnanti e agli educatori – conclude Vassallo – Vorrei che tutti lavorassimo insieme per garantire a questi ragazzi, che seguiamo fin da quando sono piccoli, una vita autonoma senza alcuna discriminazione. Diamo loro la possibilità di vivere la vita pienamente senza rinchiuderli in strutture, bellissime, ma aride, prive delle emozioni che solo una vita in interazione con gli altri può dare”.