L’assessore risponde a padre Brovedani: “Noi? Sempre disponibili, ma ..”

Firenze – Non tarda ad arrivare, la replica del Comune di Firenze al capo dei Gesuiti Padre Brovedani, alle prese con “l’occupazione” della sede della Compagnia di Gesù di un gruppo di somali che chiedono che le istituzioni si occupino della loro condizione. Molti di loro sono già in possesso dello status di rifugiati. “Mi lasciano sorpresa e amareggiata le dichiarazioni di padre Brovedani sulla mancanza di volontà da parte del sindaco Nardella di incontrarlo. Io stessa e i miei piú stretti collaboratori siamo in contatto costante con lui dall’inizio della vicenda e sa bene come gli ho detto anche una settimana fa che il sindaco è più che disponibile e che comunque è normale che deleghi l’assessore competente per materia ad occuparsi della vicenda”, è la replica dell’assessore  Funaro  a padre Brovedani. 

Dunque, sembrerebbe tutto a posto. Ma il vero problema, che non fa per niente essere tutto a posto, viene rivelato dalla rappresentante della giunta fiorentina nella seconda parte della nota di risposta. “Come amministrazione comunale stiamo collaborando e cercando una soluzione, ma dal momento che la proprietà non richiede lo sgombero – continua – i tempi per liberare l’immobile non si possono determinare e padre Brovedani lo sa bene visto che ne abbiamo parlato più volte sia a voce che di persona”.

Insomma, se la proprietà, pare di capire, non chiede lo sgombero, il Comune, secondo la posizione già presa ufficialmente, non può fare di più. In altre parole, lo sgombero diventa il passo “necessario” affinché il Comune intervenga in modo più “fattivo”.

“É noto che le assistenti sociali non vanno all’interno delle occupazioni – conclude Funaro – ma stiamo comunque collaborando e trovando soluzioni con le altre Istituzioni competenti. Una cosa, però, deve essere chiara: noi non deroghiamo al principio della legalità. E questo lo abbiamo spiegato più volte. Se la proprietà ha questa percezione della nostra disponibilità ripenseremo alla nostra collaborazione”.

D’altro canto, risuona il monito di Papa Francesco:  “I Vescovi e i preti devono sempre servire, andare incontro a chi è scartato”. Un principio che non deroga alla legalità, ma che contempla qualcosa da cui nasce la legalità: il principio di umanità. 

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