In una giungla di giochi, da quelli numerici a totalizzatore, come Enalotto e Superenalotto, al Totocalcio, agli apparecchi di intrattenimento, ai giochi di abilità e lotterie, bingo e giochi a distanza, è difficile districarsi, ma facile rimanerne ammaliati.
Proviamo a fare chiarezza leggendo sul sito dell’AAMS le finalità di questa abbondanza di offerta. L’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato “intende valorizzare il ruolo sociale del gioco, la voglia di divertirsi con serenità, moderazione e senso di responsabilità”. Perché “fissare le regole significa educare al gioco valorizzandone la funzione di aggregazione sociale, di momento di creatività e comunicazione tra gli individui”.
Regole e felicità: un abbinamento perfetto, ma è così?
Leggendo ancora scopriamo che, mentre alcuni giochi sono gestiti direttamente dall’AAMS, altri, come gli apparecchi di intrattenimento, sono dati in concessione a privati ai quali, dal gennaio 2012, non è più richiesta la presentazione di un certificato antimafia: basta una semplice autocertificazione per essere iscritti nell’elenco dei gestori. D’altra parte con l’ultimo decreto direttoriale del luglio 2011, i “giochi leciti” sono attivabili in tutti gli esercizi commerciali, sia negozi che bar o ristoranti.
Verrebbe da pensare che questa ulteriore liberalizzazione abbia incoraggiato il proliferare di locali dedicati al cosiddetto “gioco lecito”, pieni di apparecchi che non sono solo le slot machine che tutti abbiamo più o meno visto, ma anche le video lottery (VTL), caratterizzate da un’offerta più ampia e da vincite più elevate. Si tratta di terminali internet sotto forma di piattaforme touch screen che prevedono la possibilità di scegliere tra giochi da casino come roulette, poker, black jack e molti altri.
Ormai è concorrenza, in una selva di giochi gestiti direttamente dallo Stato e altri dati liberamente in concessione. Ma sono tutti leciti e l’imponente offerta articola i giocatori per genere ed età: gli anziani e le casalinghe giocano al Gratta e vinci, i più giovani e tecnologici si affidano al web, pieno di siti e forum che danno suggerimenti accattivanti: basta digitare “poker online” su Google e si aprono decine di pagine dedicate a poker room in cui, come in molte sale, viene dato un bonus iniziale in denaro di benvenuto, mentre altre descrivono tattiche e strategie.
Tutta questa grande campagna per il diffondersi del gioco è supportata dagli spot che la Sisal ha mandato e manda in onda sulle televisioni: figure pubbliche rispettabili come Fabio Fazio che nel 2000 sognava grandi vincite o Claudio Bisio che, anche in questi giorni al motto di “giocare è facile vincere ancora di più”, hanno prestato il loro volto alla pubblicità veicolando il messaggio che il gioco è sano divertimento. E così anche i canali televisivi interamente dedicati al gioco, che rimandano a siti web in cui si incoraggia a incominciare sempre fornendo bonus iniziali.
Consistente, anche nel nostro territorio, la crescita dei locali da gioco, dovuta anche ad altro, oltre al divertirsi e “socializzare”. E’ facile intuirlo: pochi euro di un presente assai difficile contro la possibilità individuale di uscita dalla crisi.
In tal senso è esplicito l’ultimo spot del Superenalotto in cui sulle note di “L’italiano” di Toto Cutugno, si sogna via via di diventare imprenditori, un futuro splendente per i figli, una vita sicura per loro, grazie alle possibili vincite, soluzione a tutti i nostri problemi di lavoro, familiari ed esistenziali. In uno spot, tanto più forte perché insiste sul concetto di patria e di appartenenza, si descrive una situazione purtroppo verosimile: quella in cui il nostro futuro lavorativo e le speranze di vita dei nostri figli sono affidate ad una schedina. Nel video, “lasciateci sognare sono un italiano” è la frase cantata da un gruppo di persone a rappresentanza di tutto il nostro popolo: cos’altro possono fare gli italiani in un presente difficile che lascia intravedere poche speranze di un futuro migliore, se non tentare la sorte con il gioco? Il messaggio è esplicito! Tutta una nazione può finalmente sperare giocando, legalmente. E il marketing produce i suoi effetti: il solo poker in modalità cash nel gennaio 2012 ha avuto, rispetto al dicembre del 2011, un incremento del 6,8% con un movimento di 850 milioni di euro.
Ma il web pullula anche di sfoghi disperati dei perdenti, che pure sono ricorsi al gioco come fuga dai loro problemi. Si tratta di un allarme sociale perché la grande crescita dell’offerta di scommesse legali alimenta speranze illusorie che possono volgere, come spesso avviene, in delusione. E’ una malattia grave, ormai nota anche ai SERT in cui si pone il problema di disintossicare i giovani dalla “ludopatia”, la dipendenza dal gioco.
La preoccupazione serpeggia oggi particolarmente tra gli abitanti di Sesto e Campi dove grandi cartelli pubblicitari annunciano l’imminente apertura di nuove sale gioco. Forse l’opinione pubblica si mobiliterà contro questo dilagare ma non sarà una battaglia facile: sicuramente il problema non può essere affrontato con una strategia proibizionista, inverosimile anche perché toglierebbe dalle casse dello Stato ingenti risorse economiche, ma il danno sociale andrebbe comunque limitato.