L’Arte universale di Maria Chiara Cecconi

Firenze – E’ una delle artiste più interessanti del panorama artistico italiano che ha fatto della fragilità del corpo umano la cifra stilistica della sua arte. Dopo la maturità artistica si è diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, il suo studio è sulle colline di Firenze, nel Chianti, luogo dell’anima dove oggi risiede. Maria Chiara Cecconi ha all’attivo numerose esposizioni sia personali che collettive e si è aggiudicata nel tempo numerosi   premi artistici,  le sue opere si trovano nelle collezioni private e pubbliche sia in Italia che all’estero. Tra i critici d’arte che si sono interessati al suo lavoro, Laura Monaldi, l’incontro alcuni anni fa in occasione di un evento dedicato all’arte contemporanea al Chiostro di S. Francesco a Prato, una “fascinazione estemporanea”, un interesse immediato per questa artista capace di sviluppare un linguaggio personale e una ricerca individuale, un percorso autonomo che si distingue a confronto con le tante omologate proposte del mercato dell’arte contemporanea.

Da questo incontro è nato “Delirium Cordis” la mostra-evento che si è svolta di recente nel centralissimo spazio fiorentino della Sartoria Teatrale Fiorentina di Massimo Poli, in Piazza Duomo. “ Quando ho iniziato a pensare a questa mostra, negli spazi della sartoria teatrale di Massimo Poli – ha detto Maria Chiara Cecconi – ho subito voluto coinvolgere Laura Monaldi, in grado di comprendere e tradurre ciò che per me inizialmente  è stato come una visione e poi ha preso la forma che intendevo dargli. Posso dire di essere soddisfatta e di aver trasmesso le mie emozioni”. Per “Delirium Cordis” tre installazioni site-specific hanno dialogato con le collezioni di abiti della più antica sartoria teatrale di Firenze, il passato e il presente, il bianco e il nero, il dolore e la rinascita, un busto lacerato con una finestra su un oscuro passato, un abbraccio eterno che come una spirale si svolge all’infinito, una teoria di cuori spezzati in pesanti cornici di piombo testimoni di un dolore universale, come sottofondo le aritmie, i battiti disordinati del cuore, resi ancor più vitali dalla musica elettronica dei Werner.

“ Delirium Cordis – scrive la curatrice Laura Monaldi – è una vera e propria dichiarazione poetica di lotta per la vita, contro la morte e l’oblio, contro il vuoto e l’assenza. Le installazioni nascono come autentico modo di sentire e percepire il palpito vibrante dell’effimero e della vanità delle cose del mondo, poiché per Maria Chiara Cecconi la vita, l’Arte e la creazione sono un’aritmia dell’anima, perennemente tesa alla rivelazione e alla ricerca epifanica, costantemente in bilico fra l’annientamento e la rinascita”. Nell’attimo di un battito cardiaco la storia personale di un’artista che diventa storia universale di quanti sono attraversati dal dolore e dalla sofferenza, un messaggio che è arrivato chiaro e struggente agli spettatori della mostra che hanno percepito l’intensità di questa espressione artistica.

“ E’ stato un lavoro molto impegnativo che mi ha assorbito molto e sono felice che abbia riscosso consensi” ha commentato  Maria Chiara Cecconi che dopo la mostra si è subito messa al lavoro per consegnare in tempo un’opera scultorea  che parteciperà a “Rosso di donna” un progetto in progress per la Giornata internazionale sulla violenza in programma per il 25 novembre a Prato in collaborazione con il Museo Pecci e con il patrocinio del Ministero per le pari opportunità e che vedrà il coinvolgimento di circa duecento artisti, italiani e internazionali che esporranno le loro opere nella magnifica  sede della Biblioteca Lazzerini, ma di questo parleremo in altra occasione.

 

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