La Biblioteca Panizzi ripercorre, in una mostra al piano terra, il contributo della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia nel campo dell’urbanistica sociale.
La Cooperativa, fondata nel 1947, nacque dall’idea di un gruppo di giovani professionisti: Franco Valli, Ennio Barbieri, Silvano Gasparini, Aldo Ligabue, Antonio Pastorini, Osvaldo Piacentini, Athos Porta, Antonio Rossi ed Eugenio Salvarani. Studenti di architettura e di ingegneria, decisero di impegnarsi in un metodo di lavoro sperimentale che aveva l’obiettivo di diffondere la consapevolezza del contributo della pianificazione nel buon funzionamento di una città, e quello della progettazione nel miglioramento delle condizioni di vita. Profondamente segnati dalla guerra, utilizzarono lo strumento del progetto con l’idea che fosse in grado di fare fronte alle tensioni sociali e di migliorare la vita dell’uomo. Il loro atteggiamento fu dunque in contrasto con il metodo scolastico proposto dalle università e con chiunque non fosse in grado di fare valere la propria libertà professionale nei confronti dei committenti.
Decisero di lavorare prevalentemente nell’ambito pubblico, e per la maggior parte nei campi dell’edilizia tradizionale, dell’urbanistica, del settore ospedaliero e di quello della prefabbricazione.
La Cooperativa fu autrice del piano regolatore di Reggio Emilia e di molti altri progetti urbanistici, oltre che di piani di edilizia economica e popolare (PEEP) collocati ai margini del contesto urbano, nei quali situare i nuovi quartieri INA CASA.
Piacentini presentò nello stesso 1947 alla VIII Triennale di Milano lo studio preliminare alla redazione del piano regolatore di Reggio Emilia, completo di un’analisi dell’intera provincia, punto di partenza alla pianificazione. Nel discorso di quell’occasione, Piacentini affermò che “l’urbanistica non è un problema a sé, ma uno dei tanti aspetti dell’unico vero problema che è la vita dell’uomo”, ed in ciò è la missione della Cooperativa Architetti e Ingegneri, che si nutriva di analisi puntuali del territorio e dei comportamenti, e operava in nome di ideali che avrebbero potuto migliorare lo stato delle cose. L’urbanistica sarebbe divenuta così “l’arte di far vivere gli uomini”, attraverso l’influenza sulle dinamiche sociali e la riduzione dei loro contrasti.
Il materiale esposto proviene dall’Archivio dell’architetto Osvaldo Piacentini, ora conservato all’Archivio Comunale, che con l’aiuto di fotografie, disegni, modelli e documenti permette di ripercorrere il lavoro della Cooperativa Architetti e Ingegneri dal 1947 al 1986. La selezione è a cura di Lorenzo Baldini e Silvia La Ferrara e sarà visitabile fino al prossimo 20 novembre.
Anna Vittoria Zuliani
L’arte di far vivere gli uomini, l’ubanistica sociale della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia dai documenti dell’archivio Piacentini
a cura di Lorenzo Baldini, Silvia La Ferrara
8 ottobre-20 novembre 2016
Biblioteca Panizzi, piano terra
Via Farini 3
Reggio Emilia