L’Arno e gli artisti: a sorpresa arriva Nardella

Signa – Grande affluenza alla mostra  di Signa: Luce d’Arno e …sorpresa è arrivato e si è trattenuto il Sindaco di Firenze Dario Nardella.

Proprio all’Officina Michelagnoli sala espositiva che accoglie fino all’11 settembre artisti contemporanei che con il fiume si confronteranno,  è arrivato Nardella.  Si è soffermato davanti alle opere, ha apprezzato che alcune di queste siano strutturate con materiali di recupero e ha appeso con tanto di chiodi e martello una foto di Karlo Valentini.

In questo luogo segnato dal tempo, ma ancora pregno di presenze gli artisti hanno saputo interpretare  il rapporto fra fiume e comunità. E domenica 4 alle 16 l’evento si arricchirà di un dibattito fra l’antropologo Paolo De Simonis e Paolo pecile ex assessore al Comune di Signa  su Antropologia fluviale .

Nel percorso dell’esposizione non mancano momenti struggenti come nelle’opera di Aroldo Marinai . l’artista espone la sua personale e privatissima collezione dei lavori grafici e pittorici di molti  amici. Lavori raccolti in tempi diversi lungo una quarantina d’anni di frequentazioni e di scambi d’esperienze, selezionati in “Pescaia dei pittori” che fa da guida alla mostra. “Purtroppo alcuni di questi amici pittori non sono più con noi, è un peccato, ma di loro restano ricordi e opere” afferma l’artista che presenta anche alcuni suoi lavori, in cui il fiume è il tema ricorrente. Sono tutti ispirati da una teletta della madre da ragazza, e costituiscono l’immaginaria “pescaia” che raccoglie quelle memorie che egli considera fondanti.

Tele importanti, come  importanti  sono i loro autori. Nell’ esposizione  è presente  un lavoro di Giuseppe Biagi, uno degli artisti scelti per esporre nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2011.

Nelle sue opere  gesto, disegno e pittura si penetrano per “…cogliere e approfondire gli aspetti psicologici dei soggetti…” . l’artista scava il personaggio per “… farne risaltare la temperatura emotiva”.

Anonimi corpi pieni di sogni ed emozioni vagano nelle sue opere incrociandosi senza riconoscersi e senza svelarsi. Vite parallele che lo sguardo del pittore cattura per imprimere loro esistenza e comprensione.

Robert Gligorov affronta il tema del fiume e dello scorrere del tempo attraverso immagini fotografiche forti e spesso drammatiche e destabilizzanti. In questa sede espone un’ opera di grande formato la splendida “Stars watcher”. L’ immagine, in stampa lambda su alluminio, attira l’attenzione per l’atemporalità e l’estraniazione contestuale. Nella rappresentazione, quel corpo splendido che si lascia cullare dall’impercettibile movimento dell’acqua, sembra abbracciato dalla morte, ma una morte dolce, accattivante che asporta via tensioni, vesti e vestigia.

Luca Matti, Roberto Pupi e Paolo Stacciolicon le loro installazioni e sculture occupano lo spazio a terra della sala ed alcuni angoli fuori dall’Officina. Al centro della grande stanza, con copertura a capriate lignee, l’installazione di Roberto Pupi “La corrente del fiume non può portare con sé le nuvole che si specchiano. Ha conosciuto dunque una libertà più grande della sua”(Fabrizio Caramagna). Un albero costituito da 300 stampe fotografiche su PVC sagomate in modo da formare un grande tronco di cono. L’artista sottolinea come la sua opera, molto leggera e mossa da un lieve flusso di aria faccia pensare alla corrente del fiume e al vibrare del fogliame sulla riva.

Diverse eppure dialoganti fra loro ed il fiume le opere esposte esprimono la complessità del tema trattato. Niente di scontato, ogni tassello di creatività e ingegno ha spazio in questo ampio progetto di riscoperta/rinascita del territorio.

“Per infiniti Diversi Moti” installazione di Luca Matti prende forma, nel cortile esterno, dall’idea di raffigurare le dinamiche di un vortice e la formazione di un’onda. Attraverso l’assemblaggio di tubi in polietilene, originariamente destinati proprio a incanalare l’acqua, l’artista crea una composizione circolare che si farà più intricata e vorticosa nella parte centrale, innalzandosi come un ricciolo di un’onda. Proprio il formarsi dell’onda è intrinseco nel titolo, frase estrapolata dalla descrizione del moto delle acque di Leonardo da Vinci.

A guardia del fiume i 4 “Guerrieri” in ceramica a lustro di Paolo Staccioli. Sembrano presidiare il territorio. Sculture eleganti, ad altezza uomo portano nelle nuances di colore e nella rappresentazione iconica a qualcosa di lontano nel tempo. Sfuggiti dai grandi fiume della Mesopotamia approdano sull’Arno e ne carpiscono i colori. Azzurri come il cielo d’estate, verdi e cangianti come le acque che scorrono. Testimoni di una storia che si ripete lontana e vicina fra popoli, in luoghi e secoli diversi.

Gli scatti inediti di Carlo Valentini e Giuseppe Cabras esplorano rispettivamente spazi naturali immaginifici e personaggi che quegli spazi hanno attraversato e attraversano.

Il progetto dei due fotoreporter è un racconto che intreccia natura, paesaggio, umanità. Mentre il primo artista espone scatti “assoluti” di un paesaggio antropizzato senza umanità presente, Cabras concentra l’attenzione sul personaggio. Nasce così la collaborazione dialettica tra le immagini inedite esposte. In “San Pietro a Grado”, scatto di Carlo Valentini si scorgono stanziali manufatti umani. Con un ossimoro si può affermare che essi agiscono senza movimento. Testimoni muti di presenze, le bilance da pesca  si protendono verso le calme acque del fiume. Testimone muto il filare a fuga di alberi verso la foce. Testimone muto un cielo grigio, impassibile agli eventi sottostanti. Giuseppe Cabras con sguardo da vero fotocronista, coglie l’attimo, sia esso simbolico, poetico o ironico.

A proposito dell’Arno Fiorentino non poteva mancare un omaggio cinematografico dell’artista Tayu Vlietstra al fiume e alla città che presenta “Maldarno log line”, insieme con Duccio Ricciardelli coregista del film, un omaggio cinematografico al fiume e alla città di Firenze che “nel fluire dell’acqua fa nascere e sviluppare i dialoghi e le dinamiche tra generazioni di fiorentini: ritratto filmico di uno stato dell’anima tra storia e sentimento”.

LUCE D’ARNOsi rivela così:una rassegna impegnativa di approfondimento e capace di offrire attraverso la varietà delle opere esposte la spinta per avviare la costruzione di un laboratorio ideale per tutto il bacino geologico sociale e antropico del fiume.

 

 Foto: la performance del Sindaco Nardella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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