Tratto da uno dei fumetti più amati dai puristi dell’universo DC, Lanterna Verde di Martin Campbell segue le vicende del pilota d’aerei Hal Jordan (Ryan Reynolds), che da scavezzacollo piacione si trova d’un tratto a vestire i panni di un supereroe galattico. Scopre infatti che una forza superiore l’ha selezionato per entrare a far parte del Corpo delle Lanterne Verdi, un’istituzione cosmica che ha il compito di mantenere l’ordine nei vari settori dell’universo. Come al solito, allo spaesamento iniziale e alla progressiva presa di coscienza degli straordinari poteri assegnatigli, segue un percorso di formazione che porterà il protagonista ad assumersi le proprie responsabilità. E, ovviamente, a combattere e sconfiggere (senza neanche l’aiuto dei suoi “colleghi”) la minaccia extraterrestre più temibile mai conosciuta.
La trasposizione di Green Lantern, lanciato – come ormai pare d’obbligo – in un inevitabile 3D, non ha entusiasmato i fan americani che pure conoscevano ed amavano la sua controparte cartacea; non è difficile immaginare quale sia stata la reazione del pubblico italiano. In effetti, considerato il pericolo reale di saturazione che i film supereroistici stanno delineando negli ultimi anni, è sempre lecito aspettarsi qualcosa di meno convenzionale, slegato dagli schemi già ampiamente rodati del genere.
Green Lantern invece non riesce ad usare la sua energia verde (a voler citare il film, il colore della volontà) per librarsi tra gli spazi siderali portando gli spettatori con sé. Un peccato. Confidiamo in qualcosa di meglio per il probabile sequel.