“Quando una multinazionale non tutela i diritti, riduce i salari, mette in competizione i lavoratori e ti risponde che sta applicando le leggi, vuol dire che leggi sono sbagliate e che non sono accettabili. Questa lotta la vogliamo fare a viso aperto e chiediamo a tutti i cittadini di essere insieme a noi per cambiare questa situazione”.
Lo ha detto Maurizio Landini, membro della segreteria nazionale Cgil, oggi a margine del convegno ‘Processi d’amianto: odissea infinita’, organizzato a Reggio Emilia da Cgil e Afeva Emilia Romagna. Riferendosi alle prossime manifestazioni sulle pensioni, Landini ha detto: “Andiamo in piazza anche per dire che non ci piace la legge di stabilità di questo governo: perché la precarietà è aumentata, è molto più facile licenziare e si sono ridotti gli ammortizzatori sociali. Non c’è una politica industriale in cui gli investimenti vadano nella direzione di creare lavoro. Sappiamo quali sono le condizioni di lavoro dentro grandi multinazionali che sono conosciute per essere ‘le novità’, condizioni frutto di leggi sbagliate”.
Sul caso delle morti da amianto, Landini ha affermato che “chi inquina deve pagare, chi ha determinato queste morti deve pagare non solo sul piano penale ma anche su quello culturale. Abbiamo città, luoghi, scuole piene di amianto, quindi serve una battaglia culturale, anche se quel materiale non viene più prodotto. Occorre rilanciare la cultura della prevenzione.” “Stiamo gestendo i tanti processi che sono ancora aperti – ha detto Landini – in questi anni ci sono stati orientamenti diversi all’interno della Cassazione: vogliamo capire le ragioni di questi orientamenti diversi”.
Per quanto riguarda le manifestazioni di domani (a Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari) contro la riforma del sistema previdenziale, Landini afferma: “Vogliamo mandare un messaggio anche al Governo che verrà, visto che tra un po’ si va a votare. Per quello che ci riguarda, la legge Fornero va radicalmente modificata perchè è sbagliata. Non solo – spiega Landini – perché è stata alzata l’età pensionabile, ma anche perché non dà una pensione pubblica dignitosa a chi comincia oggi a lavorare e non affronta la diversità di condizioni che si è creata per le donne. Vorrei