A Bologna l’inquinamento ha ancora numeri da emergenza. E questo nonostante le numerose iniziative anti inquinamento del Comune, a partire dalle pedonalizzazioni (i T-days). L’allarme, l’ennesimo, è stato lanciato nel corso di un recente incontro nella sede dell’Ordine dei Medici di Bologna.
Si parte, come sempre, dal superamento dei limiti di Pm10: “Tra il 2011 e il 2012 – spiega il medico igienista Antonio Faggioli – c’è stato un peggioramento dell’aria rispetto a dieci anni fa. I superamenti di queste polveri pesanti (per legge dovrebbero essere 35 all’anno, non di più), sono stati registrati per ben 75 giorni nel 2012”. Anche le previsioni da qui a fine 2013 non sono il massimo: “Da gennaio ad agosto gli sforamenti sono stati già 34, devono ancora arrivare poi i mesi invernali, i più critici”.
Il problema è che, sempre secondo Faggioli, “quello che il Comune fa non è sufficiente. Non bastano tre vie chiuse per due giorni la settimana, va allargata la zona pedonale almeno fino alla cerchia del Mille. In centro i fattori inquinanti restano a mezz’aria e sono più facilmente respirabili, eppure il cittadino sembra fregarsene”.
Dito puntato soprattutto contro il traffico motorizzato, “gli autobus dovrebbero essere tutti a metano e non vanno usati i mezzi diesel che emettono polveri sottili, molto rischiose per la salute”. Queste polveri infatti restano più a lungo nell’aria e, se respirate, arrivano subito ai polmoni, nel lungo periodo “c’è il rischio di ictus, infarti e disturbi celebrali”.
Migliora invece, benché sembri un paradosso, la situazione dei termovalorizzatori Hera per lo smaltimento dei rifiuti: i nuovi impianti (cinque quelli costruiti in regione dal 2004 al 2011), hanno ridotto le emissioni in atmosfera del 74% (nel 2003 gli impianti registravano il 43,2% di emissioni , oggi l’11%).