Laika Caravans, a casa 180 operai a tempo determinato, rientri incerti a settembre

San Casciano Val di Pesa – Sono 180 i lavoratori con contratto a tempo determinato della Laika Caravans, grande azienda di San Casciano VdP, che dà lavoro nel complesso a circa 400 persone, che andranno a casa dal 30 luglio. Centottanta operai che, nell’ultima assemblea, hanno ascoltato il verdetto. A casa? Per quanto? ““Non sappiamo nulla dall’azienda sui rientri a settembre, ha le mani legate perché manca materiale e dovremo stare a vedere”, dicono i delegati sindacali, della FIM e della FIOM. Votazioni, rabbia. Paura. 180 vite improvvisamente appese a un sottilissimo filo. 

Andando al nocciolo, come spiegano gli stessi operai, dagli ultimi incontri tra RSU, AD e vari responsabili di produzione e del personale, sarebbe emerso che Stellantis, già nota per il ruolo che potrebbe avere nella vertenza della GKN,  non riesce a garantire le consegne dei veicoli nel mese di agosto e settembre. Storia già nota, al momento che la stessa cosa era successa ad aprile e aveva portato al licenziamento di tutti gli operai con Contratto a Tempo Determinato (CTD) e chiusura totale dello stabilimento per 7 giorni, con ferie forzate per i fissi. Tutto questo accade dopo la visita dei dirigenti della TOHR holding americana proprietaria IMMER: il gruppo di cui fa parte Laika (con il suo altro marchio ETRVSCO). 

Intanto, i ritmi di produzione, negli ultimi mesi, compresi i carichi di lavoro, erano diventati altissimi, dal momento che, a sentire i lavoratori, “mancava materiale per la componentistica, le consegne saltavano e così la produzione rallentava o accelerava a seconda della disponibilità di materiale che era imprevedibile”. 

A questo punto, la sorte dei 180 lavoratori e delle loro famiglie è veramente appesa a quel sottilissimo filo di cui si parlava. Tecnicamente, i lavoratori, essendo a contratto a tempo determinato, non otterrebbero il rinnovo, sarebbero licenziati e attenderebbero i “rientri”, come è sempre avvenuto. Fino  a una settimana prima dell’annuncio erano costretti a fare gli straordinari, e adesso si sentono ” buttati come stracci”. E soprattutto pesa la questione della mancata assicurazione sui rientri. 

Inoltre, nessuno è tranquillo in fabbrica, dal momento che il timore che si prepari un periodo di cassa integrazione senza limiti per tutti è molto alto.

 

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