Il giornalista Jim Dao ha scritto sul The Boston Globe del 16 giugno un articolo fuori dal coro, secondo il quale il principale beneficiario della guerra in Ucraina sono gli Stati Uniti: l’alleanza Nato si è consolidata (anche col probabile ingresso di Svezia e Finlandia), mentre prima sopravviveva anemica, il ruolo e il prestigio internazionale di Putin sono stati sbriciolati, l’industria militare americana si è arricchita, il conflitto ha fornito agli Stati Uniti preziose informazioni sulla efficienza delle forze armate russe.
Ma, aggiungo, non si è valutata la genesi del conflitto, e in particolare la responsabilità dell’Occidente nello spingere la Russia all’aggressione, in primo luogo con l’enorme allargamento della NATO, violando impegni presi dopo il crollo del muro.
Questa sottovlutazione ha come retroterra l’attribuzione agli Stati Uniti del ruolo di difensore della indipendenza dei popoli e della democrazia. Si richiama, inconsciamente, alla posizione espressa dal Presidente Woodrow Wilson, (1912) convinto che gli Stati Uniti avessero l’obbligo morale di estendere i propri principi e la democrazia in tutto il mondo, ma non regge a un’analisi della sua politica nell’ultimo secolo.E’ istruttivo un excursus storico che chiarisce come questo “obbligo morale” ha avuto attuazione..
SOSTEGNO A DITTATURE E REGIMI AUTOCRATICI:
1823: dottrina Monroe legittima l’intervento degli SU in tutte le Americhe. Fra il 1898 e il 1934 giustificò molti interventi militari a Cuba, Honduras, Repubblica Dominicana, Haiti, Guatemala, Colombia, Nicaragua.
Rafael Trujillo fu dittatore sanguinario nella Repubblica Dominicana. 1937; il segretario di stato Cordell Hull: “Considero da molto tempo il presidente Trujillo come uno dei più grandi uomini del Centro America”. 1960, Kennedy: “Non ci piace Trujillo, è un gangster assassino. Ma a meno di non poterci assicurare che non ci sarà un altro Castro, dobbiamo sostenerlo”.
Spagna: nel dopoguerra gli SU sostennero il dittatore Franco fino alla sua morte (1975).
Iran: sostegno al regime autocratico dello Scià , fino alla rivoluzione di Khomeini.
Paraguay: sostegno alla dittatura di Alfredo Stroessner, baluardo contro la penetrazione del comunismo in America Latina: 10 000 persone scomparse, 30 000 detenuti politici, 2 milioni di esuli.
Venezuela: appoggio al governo dittatoriale di Marcos Pérez Jimenez; Eisenhower gli conferirà la più alta onorificienza USA.
Corea del Sud : sostegno o insediamento di vari dittatori militari (1961- 1993)
Vietnam del Sud: sostegno a governi militari brutalmente repressivi.
Appoggio costante alle monarchie feudali in Arabia Saudita, Kuwait, Barhein, Qatar, Oman, Emirati Arabi Uniti.
Filippine (sede di importanti basi militari americane): appoggio il corrotto dittatore Ferdinand Marcos. Le basi furono smobilitate nel 1992.
SOSTEGNO A COLPI DI STATO MILITARI
1903: Theodore Roosevelt fomenta la rivoluzione per staccare Panama dalla Colombia e rendere possibile la costruzione del canale.
1953, Iran: rovesciamento del governo di Mossadeq (che voleva nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil Company), organizzato dalla CIA e dagli inglesi.
1954, Guatemala: il governo legittimo di Arbenz è spodestato da un colpo di stato appoggiato dagli SU. Si instaura il governo dittatoriale di Armas, i cui uomini erano stati addestrati ed equipaggiati dagli SU. Armas immediatamente cancella la riforma agraria.
Già nel 1952 Truman aveva autorizzato operazioni per spodestare Arbenz e la CIA aveva fornito una lista di 58 persone da neutralizzare. L’anno seguente Eisenhower autorizzò un piano analogo e più tardi dirà: “Siamo stati costretti a disfarci di un governo comunista che aveva assunto il potere”. Tra il 1954 e il 1990 la repressione militare causò almeno 100 000 morti tra i civili e i guerriglieri. Nel 1996 Clinton riconoscerà le responsabilità della CIA.
1965, Indonesia: i militari prendono il potere con il sostegno degli SU e massacrano almeno mezzo milione di persone; l’ambasciata degli SU fornisce elenchi di persone da eliminare.
1967-1974, Grecia: colpo di stato militare, appoggiato dagli SU. Il capo della giunta, colonnello Papadopulos, fascista dichiarato, era da 15 anni sul libro paga della CIA. Il regime dei colonnelli fu trmendamente repressivo.
1970, Cambogia: colpo di stato militare appoggiato dagli SU. In seguito (1979) gli SU appoggiarono, contro i Nord-vietnamiti, Pol Pot e i Khmer Rossi, nonostante le stragi da loro organizzate di un milione di cambogiani.
1960-75, Laos: aiuti e appoggio aereo all’esercito anticomunista.
1973, Cile: colpo di stato, organizzato dalla CIA. Dittatura di Pinochet
1975, Indonesia: Kissinger dà via libera al generale Suharto per l’invasione di Timor Est, dicendogli: “E’ importante che, qualunque cosa voi dobbiate fare, la facciate alla svelta”. L’esercito indonesiano uccise 200 000 est-timoresi.
1976, Argentina: colpo di stato militare. La giunta militare godrà l’appoggio degli SU.
1979, El Salvador: gli SU sponsorizzano un colpo di stato; i giovani ufficiali sono stati addestrati negli SU. Questo porta a una brutale guerra contro civili da parte degli esquadrones de la muerte e al massacro di 38 000 persone.
1984, Nicaragua: Reagan dà il via alle operazioni clandestine per abbattere il governo sandinista che aveva cacciato il corrotto dittatore Anastasio Somoza (1934- 1979), a lungo sostenuto dagli SU.
Gli SU hanno addestrato al terrorismo di stato 60 000 militari e agenti di polizia latino-americani presso la School of the Americas, in Georgia, gestita dall’esercito. La CIA ha anche elaborato un manuale con le istruzioni per gli assassini politici.
Diversi procuratori in Cile, Argentina, Spagna e Francia vorrebbero sottoporre a processo Kissinger per l’aiuto concesso negli anni Settanta alle dittature militari che in Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay, Bolivia, Argentina ed Equador torturavano e uccidevano connazionali e cittadini di altri paesi.
INTERVENTI MILIITARI DIRETTI
* 1961, Cuba: tentativo di sbarco nella Baia dei Porci.
* 1965: intervento nella Repubblica Dominicana.
* 1965-75: guerra in Vietnam. L’intervento degli SU è giustificato da un attacco a una nave americana nel Golfo del Tonchino, che in seguito si rivelò falso (Pentagon Papers); circa 60000 norti e 150000 feriti tra i militari americani, 5 milioni le perdite vietnamite, di cui uno di militari.
* Ottobre 1983: invasione di Grenada.
Marzo-dicembre 2003, Iraq: circa 5000 morti tra i militari invasori, circa 10000 tra le truppe irachene, circa 60000 civili (cifre incerte)., e molti di più negli anni seguenti.
1991-2021, Afghanistan: 4-5000 vittime civili (cifre incerte, secondo altre fonti 17000), 2300 i militari americani morti, più altri mille tra le truppe della coalizione, quasi 20000 i feriti; circa30.000 i veterani che in seguito si sono suicidati.
Questo lungo elenco, critico del ruolo degli SU in molte parti del mondo, non deve farci dimenticare che il loro intervento nella prima (1917) e nella seconda guerra mondiale (1941) hanno salvato l’Europa dall’aggressione della Germania guglielmina e da quella della Germania nazista e dell’Italia fascista.
Passiamo al nuovo millennio. Nel settembre 2000, il PNAC (Project for the New American Century) pubblicò un rapporto intitolato Ricostruire le difese dell’America: strategie, forze e risorse per un nuovo secolo, “nella convinzione che l’America dovrebbe cercare di preservare ed estendere la sua posizione di leadership globale mantenendo la superiorità delle forze armate USA”. Il gruppo sostiene che quando la diplomazia o le sanzioni falliscono, gli Stati Uniti dovrebbero essere preparati ad intraprendere azioni militari.
Il sito ufficiale del PNAC indica i “propositi fondamentali” del gruppo:
- “la leadership americana è un bene sia per l’America che per il resto del mondo”
- “questa leadership richiede forza militare, energia diplomatica e affidamento a principi morali”
Di conseguenzal PNAC è a favore di :
- Un significativo incremento della spesa militare degli USA.
- Consolidare i legami con gli alleati degli USA e sfidare i regimi ostili agli interessi e ai valori americani
- Promuovere la causa della libertà politica ed economica al di fuori degli USA
- Preservare ed estendere un assetto internazionale favorevole alla sicurezza, alla prosperità e ai principi degli USA.
Il Rapporto è stato criticato e riformulato in parte, ma dopo l’elezione del 2000 di George W. Bush, molti membri del PNAC vennero nominati in posti chiave all’interno della nuova amministrazione.
Nell’ultimo documento ufficiale disponibile, contenente i dati del 2021, risultano 544 basi degli USA in 43 Stati esteri più altre 159 resenze minori in territori statunitensi d’oltremare.
Il Professor David Vine, dell’American University di Washington ha censito almeno 642 basi in 76 Paesi (dati aggiornati al luglio 2021).
Come è noto, molti Paesi non si allineano a tutte le risoluzioni dell’Assemblea Generle dell’UNU contro la Russia, sanzioni economiche ecc. Tra questi, grandi paesi come Cina, India, Pakistan, Brasile e Sudafrica; inoltreSiria, Egitto, Turchia, Iraq, Iran, Messico, Argentina, Venezuela, Guatemala, Cuba, Nicaragua, Cile, Colombia.
Ignorare quanto sopra, ignorare il rovesciamento del potere in Ucraina in seguito alle grandi manifestazioni popolari del febbraio 2014,note come Maidan, che portarono al cambio di regime e insistere solo sull’aggressività della Russia è segno di ipocrisia.
Questo insieme di dati e di informazioni dovrebbe farci riflettere anche sugli obiettivi degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina, sull’appoggio incondizionato alla posizione di Zelensky, che prospetta la prosecuzione indefinita di una guerra che produce distruzioni immense e perdita di vite umane da ambo le parti.Forse l’ obiettivo non è solo la giusta difesa di un paese invaso.
Doug Bandow, Senior Fellow al Cato Institute, già Special Assistant del Presidente Donald Reagan, così valuta il ruolo degli Stati Uniti: Dopo aver chiarito che “L’invasione russa dell’Ucraina è stato un atto di aggressione criminale”, prosegue: “L’ordine basato sul diritto, così spesso evocato, è un costrutto che Washington viola ogni qualvolta le conviene, cioè spesso. Il conflitto ucraino non ha nulla a che fare con la presunta contrapposizione democrazie/autocrazie, che vede le prime corteggiare, alla bisogna, i peggiori regimi orientali e centroasiatici, come l’Arabia Saudita, che per otto anni ha condotto una guerra criminale contro lo Yemen, con il dichiarato sostegno di Washington e Londra. Negli ultimi vent’anni i soli interventi militari degli Stati Uniti hanno fatto più vittime di quante la Russia ne abbia provocate finora in Ucraina (Limes, n.1/2023).
La Russia è in difficoltà, è vulnerabile. Basti prnsare ai tanti giovani russi che disertano o fuggono dal paese per evitare di essere arruolati. La ribellione di Yevgeniy Prigozhine dei suoi 25.000 mercenari della Wagner (in realtà solo qualche migliaio) segna l’esistenza di pericolose faglie nel regime di Putin e la sua vulnerabilità.
Ciononostante è opinione della maggior parte degli esperti di cose militari che questa guerra non porterà né alla vittoria del paese aggredito, né a quella del paese aggressore. Dunque è tempo, per tutti, di impegnarsi per il cessate il fuoco e per l’avvio di una fase negoziale che punti a un compromesso realistico. E’ sconfortante che fino a pochi giorni fa (ultimamente si stanno muovendo alcuni paesi europei e africani) su questa linea si siano mossi solo Papa Francesco e il Presidente brasiliano Lula.
“Quando i ricchi si fanno la guerra tra loro, sono i poveri a morire.”
JEAN-PAUL SARTRE