Isola del Giglio (Grosseto) – Bandiera italiana issata e via, dritti verso Genova. La Costa Concordia ha finalmente lasciato il Giglio per far rotta verso il capoluogo ligure. È avvolta dai suoi cassoni, una sorta di ciambella di salvataggio d’acciaio. Conclusa la fase di rigalleggiamento, ha preso il mare con la sua scorta di 14 navi attorno alle 11.00 della mattina di oggi, 23 luglio 2014. Un giorno storico per l’isola del Giglio. Così come storico rimarrà quel 13 gennaio 2012, il giorno del naufragio.
Non lo dimenticheranno mai, i Gigliesi, quel maledetto venerdì notte. “Sono arrivata sull’isola, quella notte, da capo della Protezione civile regionale – ha spiegato Maria Sargentini – e mi permetto di dire che se quella notte non ci fosse stata la popolazione del Giglio, che subito ha soccorso i naufraghi, la Provincia di Grosseto che subito si è allertata e la Protezione Civile regionale, forse qualcosa poteva andare anche peggio”. “Dopo 900 giorni la Concordia se ne va e lascia il Giglio, ma non si deve dimenticare che è stata una tragedia enorme che ha provocato 32 vittime e ferito i fragili equilibri di quest’isola”, ha ricordato invece il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. L’ultimo corpo – quello del cameriere indiano Russel Rebello – resta ancora da trovare e le ricerche sul fondale gigliese riprenderanno da venerdì 25 luglio. Se non verrà trovato al Giglio, si riprenderà a cercarlo all’interno del relitto dopo che la nave sarà arrivata a Genova.
Con la benedizione di don Lorenzo, parroco di Giglio Porto, la nave ha salpato diretta in Liguria alla velocità di due nodi marini. Il Lamma assicura che, almeno fino a sabato, le previsioni meteo-marine resteranno buone. Dopo di che si potrebbe verificare qualche temporale in Liguria, ma il mare (si sa) è difficile da capire. La speranza è che tutto possa volgere per il meglio e che non si debba parlare nuovamente di una sciagura. Al momento, intanto, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha reso noti gli esiti delle analisi ambientali condotte sui campionamenti del 20 luglio. A parte una lieve presenza di tensioattivi e ftalati, idrocarburi pesanti e solventi, il mare gigliese sembra non essere stato troppo inquinato dalla presenza del relitto.