Laboratorio Toscana, come ricostruire il futuro perduto

Firenze – Regione Toscana laboratorio per una vita di qualità. L’iniziativa, che riguarda una serie di conferenze e incontri, ha preso il via stamattina in sala Pegaso di Palazzo Strozzi-Sacrati. Titolo ufficiale, “Tuscany: a Global Laboratory for Quality of Life”, con l’obiettivo, stante anche la qualità e l’eccellenza degli interventi, di portare in Toscana il “meglio” dei pensatori in particolare economici che hanno costruito una serie di proposte per svoltare la storia economica del pianeta. L’iniziativa scientifico-culturale si colloca nell’ambito del progetto “La Toscana verso Expo 2015” che prepara l’evento internazionale “Expo 2015 – Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Mentre stiamo scrivendo queste righe, sta andando in scena la seconda parte della giornata dedicata al primo incontro, dal titolo “C’era una volta il futuro”, e i contenuti che si stanno esponendo e che sono stati esposti in mattinata danno veramente il senso di come l’alternativa all’attuale sistema di produzione e distribuzione della ricchezza non sia solo possibile ma necessario. Gli interventi della mattinata ne hanno dato conto; non solo, hanno anche reso possibile uno dei legami più significativi che l’uomo occidentale (e non) possa contemplare: quello fra i cosiddetti segnali di benessere psicofisico degli individui di date società e la gravità o meno della diseguaglianza economico-sociale vigente nei paesi esaminati. Teatro dell’analisi, oltre al gruppo dei paesi occidentali, anche il resto del mondo. E l’equazione diseguaglianza – depressione, rottura dei legami sociali, ansia, aggressività, fino all’incidenza delle malattie mentali e fisiche più gravi è strettamente correlato. Dagli Usa, che sono un po’ il collettore più macroscopico di tutto quanto è stato appena detto, fino al Giappone, alla Nuova Zelanda, ai Paesi europei, lo stretto legame fra diseguaglianza sociale e sofferenze e disagi della popolazione presa nel suo insieme o come singoli individui, è sempre confermata dalle curve delle analisi provenienti da tutti i paesi.

Fra le conseguenza più degne d’interesse, quella che viene rilevata come una forma di “malattia sociale”: la tendenza a consumare, che cresce tanto più quanto la società mostra diseguaglianze sociali sempre più squilibrate, che spingono l’individuo a considerare “la felicità” nel rapporto di “avere” “possedere”, sempre più e sempre più velocemente.

Ed ecco che la vera parola dell’incontro torna ad essere la magica definizione: cos’è la felicità? Per ora, se vogliamo azzardare una risposta, possiamo solo sottolineare che gli indicatori dicono che in generale le persone sono più felici e a proprio agio nelle società che contengono meno disuguaglianze, sociali ed economiche. Che non è un’opinione, bensì il risultato di studi e analisi economiche, sociali e psicologiche. Con due conseguenze: da un lato, che il sistema produttivo e di distribuzione della ricchezza vigente ha creato un contesto insostenibile sia a livello di risorse ambientali che di coesione sociale, e dall’altro che non è possibile pensare che questo sistema non solo sia l’unico, ma anche eterno. Dunque, diventa sano buon senso cambiare: riassumere pratiche di condivisione, ad esempio, fare in modo che nei “board” delle grandi aziende, multinazionali, agenzie ci siano non solo rappresentanti della proprietà “del capitale” (pure con i profondi mutamenti che il recente e discusso libro di Piketty ha evidenziato), ma anche rappresentanti dei dipendenti, dei consumatori, dei lavoratori. Del resto, come dimostrato in mattinata, là dove c’è una presenza forte dell’organizzazione sindacale, c’è anche meno disuguaglianza. Il che si può tradurre anche nel senso che una profonda condivisione, sia nella produzione che nella distribuzione della ricchezza, non è solo auspicabile, ma necessaria.

E sul “come”, è la stessa iniziativa che ha preso il via con l’incontro di oggi, che si occuperà di seguire e rendere poi pubblici i risultati dei 15 ricercatori selezionati per l’approfondimento di 15 progetti presentati per proporre e mettere in atto nuove modalità di gestione economica e sociale. Ruolo fondamentale sarà svolto da uno dei promotori, il Polo Lionello Bonfanti, che si è occupato dell’iniziativa insieme a Regione Toscana e a Toscana Promozione. Infatti, il Polo imprenditoriale permanente di un’Economia di Comunione ospiterà tre delle 4 conferenze previste e i 15 ricercatori provenienti da tutto il mondo.Intanto, ecco il programma odierno con i relatori che si sono alternati (dopo il saluto dell’assessore Gianni Salvadori):

10.15 Stefano Bartolini, economista – Università di Siena

moderatore Luigino Bruni, Economista – LUMSA e IUSophia

11:15 Colin Crouch, politologo – Università di Warwick (video messaggio)

11:45 Coffee break

12:00 Donatella Della Porta, politologa – Istituto Europeo di Fiesole (video messaggio )

12:30 Richard Wilkinson, epidemiologo – Università di Nottingham, University College London e

Università di New York

13:30 Lunch

14:40 John De Graaf, giornalista –Direttore esecutivo di Take Back Your Time

Modera: Francesco Sarracino, economista – STATEC, Luxemburg; HSE-LCSR, Russia; GESIS, Germania

15:30 Tim Kasser, psicologo sociale – Knox College (video messaggio)

16:00 Coffee break

16:30 Vandana Shiva, ecologista e filosofa – Navdanya International Association

Modera: Stefano Bartolini, economista – Università di Siena

17:20 Francesco Sarracino, economista – STATEC, Luxemburg; HSE-LCSR, Russia; GESIS, Germania

18:10 Conclusioni

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