Firenze – “Qui si riuniscono i poeti d’Oriente e di Occidente per alzare la voce della pace”, sono state alcune liriche della poetessa giapponese Mukai Junko, appena rientrata dal Festival di poesia che si è svolto a Tunisi, a dare il via a “Parole e immagini verso la Pace”, la serata dedicata alla poesia e all’arte promossa dalla Fondazione Il Fiore in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani davanti a una sala gremita, nei giorni scorsi, presso la Biblioteca Umanistica di Firenze. Realizzato in collaborazione con numerose associazioni fiorentine tra cui Sguardo e Sogno, La Comunità di San Leolino, I Libristi e Il Tempio, l’incontro è stato un momento importante di riflessione, nei giorni che precedono le festività natalizie, per parlare di pace attraverso le parole di artisti italiani e stranieri, nelle poesie lette da Maria Giuseppina Caramella e da Paola Lucarini Poggi e negli interventi di Carmelo Mezzasalma , Ugo Barlozzetti e Roberto Agnoletti mentre le immagini delle opere dell’artista pistoiese Flavio Bartolozzi ispirate dai Disastri della Guerra di Goya, scorrevano in tutta la loro essenzialità.
“Il problema dei diritti umani – ha detto Carmelo Mezzasalma – oggi è tutt’altro dall’essere risolto, non solo per le guerre, ma anche per quello che riguarda la nostra vita. Il conflitto oggi è permanente e la poesia è un luogo linguistico in cui avviene il confronto radicale con il reale. Con il suo linguaggio il poeta scende nel reale, i poeti alzano la loro voce in difesa dell’umano e d incontrano il reale”.
“La poesia rende eterne le parole –osserva Ugo Barlozzetti- la poesia parla ad ognuno di noi. A Firenze si parla molto di arte ma è per lo più un elemento di consumo piuttosto che un elemento di riflessione tra le generazioni. Nell’ambito di questo effimero la guerra più dura oggi è nei confronti dell’ignoranza e pere quello che riguarda la distruzione del nostro pianeta. Il mondo cristiano ci affida anche il messaggio di salvare il nostro pianeta e questo è un impegno reale che ci dobbiamo prendere”.
“ Come possiamo agire in questa situazione di conflitto perenne –prosegue il prof. Roberto Agnoletti – cosa possiamo fare? Dobbiamo ricominciare ad usare la parola e questo vuole essere un appello a tutti coloro che comunicano, poeti, artisti, tutti coloro che usano i linguaggi, dobbiamo riappropriarci dei nostri linguaggi. Le immagini di Flavio Bartolozzi sono ancora più dolorose , sono disegni, quasi sculture che scavano la carta. Oggi il sistema iperconnesso in cui siamo immersi è difficile da controllare e qualcosa non funziona, forse ognuno di noi ha un impegno forte come il platano, per lasciarlo alle nostre generazioni”. Il riferimento è alla poesia di Mariagrazia Carraroli dedicata alla strage di S. Anna di Stazzema, che lei stessa ha letto, insieme alle altre come “Nella colata di pece del tuo sonno” di Paola Lucarini Poggi per concludersi con i versi di Francesco Belluomini ispirati ancora dall’Eccidio di S. Anna, “Ed altri vennero/dal sentiero sconnesso/ nel silenzio dell’alba/ profumata di rovi e castagni./Ed altri ancora…/Piangi bambino/l’eredità del mondo!/ I tuoi tre anni/non sanno :/ la guerra tra i vinti / ha seminato fumo nero/ e nel vento disperde/ eroi senza medaglie./ Oggi si è innalzato / il cemento/ dove fiorivano le rose/ e le mimose del bosco./ Piangi ragazzo/ l’eredità del mondo!/ Hai l’età delle memorie,/ ma i martiri/inseguono il tempo./ “