Mattia Lentini
Nella giungla della telefonia. Possiamo ancora davvero chiamarli telefoni? Tranquilli, non sarà un discorso di luoghi comuni quello che seguirà, tuttavia parte da una rivoluzione in atto nell’era moderna. Prima di aprire il sipario su ciò che rappresenta l’imminente presente/futuro è necessario indicare cosa non lo rappresenta: windows phone 8. E’ necessario essere categorici e molto severi per evidenziare ed isolare le correnti di pensiero attuali dei principali veicolatori di informazioni/emozioni on-the-line, i grandi produttori quali Google, Apple e Microsoft. Nel discorso attuale è possibile trascurare entità più localizzate come pubblico quali RIM, Bada, Symbian, MeeGo, in quanto non appartengono a maggioranze di rilevanza. Ricordiamo che l’attuale market share di Android è spiazzante, oltre 70% in alcune nazioni, con Apple che segue a stento con 30% o meno il più delle volte. Come share mondiale Android ha superato il 73%, un dato che deve far riflettere.
Deve sorgere una domanda: “cosa ha visto Google che gli altri non hanno visto?“. Lo sappiamo tutti, Google è sempre stata ammiraglia di novità assolute come Street View, ma per Android ha avuto una visione che gli altri (Apple compresa) non hanno avuto. Potremmo riassumere il concetto con una frase: “il futuro è nei tuoi pantaloni”. Ambigua per certi versi, ma in tema corrente assume significato preciso: il telefono sostituirà il pc per una fetta inimmaginabile della popolazione da qui a pochi anni a venire. Questa precisa visione cambia qui e subito le carte in gioco: mentre windows phone continua a proporre una pappina riscaldata (le live tiles non bastano per portarci avanti) ed Apple continua nella sua strada del sistema operativo chiuso, Google implementa funzionalità multi-windows, multitastking molto avanzato, google now e versioni software sempre più elaborate con rilasci continui, altroché Apple che rilascia un aggiornamento (poco consistente) ogni anno.
Analizziamo il mercato: sempre più dispositivi dual core e quad core, schermi in continuo aumento di superficie, ormai i 4 pollici sono mainstream, dispositivi in grado di svolgere funzionalità inimmaginabili fino a due anni fa, riproduzione multipla di video 1080p in finestre pop-up, web browsing a livello desktop e talvolta superiore. Ricordate dieci anni fa a che risoluzione usavamo i monitor pc? Se andava bene a 1024×768 e supponendo di usare uno schermo 15 pollici avremmo avuto una densità di pixel per pollice pari a 85. I telefonini attuali hanno densità di 200 e fino a 300 pixel per pollice su schermi di 4, 5 pollici. Ricordate le vecchie glorie Matrox, le “schede acceleratrici”? Conseguentemente la difficoltà anche solo a riprodurre un filmato fluidamente o una scena banale in un videogioco? Un qualsiasi telefonino recente è in grado di muovervi gli stessi giochi che una console di 6 anni fa (pesante trenta volte tanto) faticava a far girare a 30 frame al secondo. La condizione sta ancora “peggiorando” considerando che sono in studio processori ancora superiori agli attuali con minor power draw e maggior efficienza.
Tornando in tema, il problema, più o meno come sempre, sta nell’utenza. Il vero motivo per cui Android è così diffuso è “perchè è ovunque”. Google ha praticamente fatto evaporare i piccoli ed obsoleti sistemi (ora di minoranza) come Bada o Symbian, il vecchio Re dei telefonini, ma rimasto in un’era della pietra. Quasi qualsiasi dispositivo in vendita ha una versione di Android, magari una non recente (torneremo sull’argomento frammentazione Android in future occasioni) ed Apple, lo sappiamo, per marcare il territorio tende a non ampliare il proprio “parco macchine” per rimanere identificabile facilmente. Purtroppo la fascia consumer non sa nemmeno cosa sia Teamviewer eppure dal telefonino puoi controllare il tuo pc di casa ora, non sa cosa siano applicativi come Juicedefender e si lamentano che la loro batteria non dura nulla, non sanno che è possibile fare dei live hangout in streaming da ovunque siano. Questi sono semplici e banali esempi, fondamentalmente è il market che crea la piattaforma, e Google regna in questo ambito. Purtroppo l’utente medio spesso non è informato delle possibilità (magari nemmeno interessato!) e non aiuta molto il sistema ad avanzare nella direzione giusta. Esempio banale: secondo voi vedremo mai multi-window su ios? Forse tra un anno. Apple chiaramente non ha avuto la visione che ci accompagnerà nella nuova generazione. Altro esempio: le console portatili. PS Vita vi dice qualcosa? Sony è conscia che già ora basti un Galaxy S3 per avere giochi graficamente addirittura superiori alla sua console portatile…e ancora credete che nel futuro vedremo console “senza sistema operativo”?
Una volta questo non era possibile, siamo arrivati ad un livello di miniaturizzazione semplicemente incredibile e tutto si sposa perfettamente con le esigenze limitate delle persone nella loro quotidianeità. Attenzione, non sto dicendo che le persone siano limitate, ma che ognuno di noi nel 90% dei casi non necessita realmente di un computer, fisso o portatile che sia, per le attività quotidiane. Controllare i social network, gestire ogni mail in push, dare un occhio ai siti preferiti e svolgere alcune operazioni semplici è la richiesta media, non creare modelli 3D con Maya o effettuare rendering su VectorWorks. I computer hanno potenzialità computazionali infinitamente superiori ad un telefono, ma l’ambito d’uso è sempre più ristretto.
E’ finita l’era del “vado a casa a controllare questo su internet” e sta iniziando quella del “faccio quasi tutto dal cellulare che ho sempre con me” e le possibilità sono sconcertanti per chi non vi è abituato. Questo è il motivo per cui S3 è il telefono più venduto al mondo e del successo dei Galaxy Note, quasi esagerati per le tasche, ma tra poco veri sostituti dei computer per molte operazioni. E la prima volta che avrete una conversazione con Google Now (meglio se in inglese) ed assaporato la potenza del Google Knowledge Graph, avrete il brivido lungo la schiena che vi confermerà quanto sopra.