E come potevamo noi campare, con il diesel straniero sopra il cuore? Alle fronde dei salici, per voto, appenderemo le loro marmitte, che oggi come oggi rischiano giusto di essere buone per stare lì mo’ di decorazioni, oscillanti o meno al triste vento dei gas di scarico del nostro traffico che, chissà com’è, nonostante i tanti controlli e valori e fermi all’arma bianca dei vari Piani Smog, noi empiricamente avremmo già potuto dire che, a naso, un granché bene non ci faceva a inalarlo.
E invece, no: se compri il filtrino antiparticolato e ti salassi per l’acquisto di una nuova auto in offerta a 9.999 Euro, IVA esclusa, TAN TAEG scritti in piccolissimo, puoi girare quanto ti pare e addirittura fare come Grillo, che ci faceva l’aerosol col tubo di scappamento. Diciamo la verità: per fortuna, eh. La consapevolezza di avere avuto i bronchi intasati da sostanze che vi vergognereste a usare sul campo di Verdun è poca cosa, dinnanzi al gusto che la maggior parte degli italiani ha provato al pensiero che i tedeschi, sì, gli eterni Garrone d’Europa, avessero fatto una topica da primato mondiale.
Più si va avanti, più il casino diventa globale: Volkswagen, Seat, BMW, e poi ci sono Skoda e Audi, tutte montano i motori incriminati. E non si tratta di un errore di distrazione: saltano fuori confessioni, documenti, una discreta quantità di materiali dai quali si evince che certamente l’Azienda sapeva con esattezza quali erano le reali perfomance in termini ecologici delle auto che venivano sfornate. Migliaia di automobili, diesel 1.6, diesel 2.0, robetta anche costosa, per le quali hai dovuto fare un finanziamento che in molti casi non si chiama mutuo solo perché si tratta di due pratiche rivolte all’acquisto di un prodotto diverso.
Una truffa sistematica e progettata a tavolino per massimizzare i profitti e tutelare le azioni di Pantalone, che porta anche nomi ingombranti, tipo, Porsche, o Piech, famiglie di imprenditori / finanzieri che con mano fermissima e molto lunga da lungo tempo fanno cassa sugli autoveicoli del popolo, e anche su quelli che il popolo può solo sognarsi, le berline che vanno in onda in fascia serale. Il tutto per la contentezza di Forattini e di Vauro, che finalmente possono dare sfogo al loro sottile senso dell’ironia e pubblicare vignette cerebralissime in cui Angela Merkel scorreggia sui negri, o per il tripudio di quanti su Facebook si dilettano a sgangherarsi di risate osservando che i tedeschi, coi gas, ci hanno una lunga esperienza, ci hanno.
Poi, difficile far quadrare il rischio che corrono le chiappe di 600.000 (seicentomila) lavoratori (per fortuna, in larghissima parte immigrati, eh) con la severa punizione subita dall’AD Winterkorn, che per essersi dichiarato altamente colpevole per primo, ufficialmente e con tante scuse, sarà severamente punito con circa 60 milioni di Euro. Gli italiani sono troppo presi a gongolare; troppo anche per pensare che un operaiaccio medio tedesco viene pagato 22 Euro all’ora, per uno stipendio che è circa 3 volte quello di un buon ricercatore o di un eccellente insegnante. Il che vuol dire, giusto per fare una proiezione assolutamente fantasiosa, sia chiaro, che nel momento in cui dovesse saltare fuori che anche tutte le altre case automobilistiche in realtà ci hanno sempre raccontato fregnacce circa la reale pericolosità delle loro emissioni, gli operai italiani, tanto per citare una categoria a caso, sono sempre stati fregati: vabbé essere complici tutti assieme di una truffa, ma perché guadagnarci poi così poco?
Nel frattempo, mentre attendiamo gli sviluppi della contortissima vicenda, torniamo a noi e alla nostra paranoica abitudine di smettere di respirare per un attimo quando il controllatissimo scarico di un autocarro a nafta ci spara in faccia quella bella e vivace nube nera gioia di mamme col passeggino e di ciclisti urbani (ma se vai in bici la morte te la cerchi proprio, eh); certi che da noi una cosa simile non potrebbe certamente mai accadere, che per carità, noi ci teniamo alla salute, non ci sono mica solo i soldi nella vita.