La tragedia dello Yemen nel disinteresse generale

Sana’a (Yemen) – Non molto distante dai confini di casa nostra si sta consumando nel silenzio internazionale un conflitto su cui i riflettori del mondo sembrano inspiegabilmente spenti. Siamo in Medio Oriente e precisamente nello Yemen, un territorio che in quasi 7 anni ha assistito ad una guerra sanguinaria che ha causato migliaia di vittime e milioni di sfollati.

La popolazione, dopo gli ultimi recentissimi bombardamenti che hanno colpito la capitale Sana’a, è ormai stremata. I morti civili tra cui donne e bambini fanno registrare numeri altissimi ed è chiaro a tutti che in questa terra si sta consumando la più grave crisi umanitaria. Chi può cerca in tutti i modi la salvezza attraverso  un lasciapassare e chiede aiuto ad un parente o a un amico con il cellulare, quest’ultimo ricaricato di giorno soltanto grazie alla luce del sole.

Fuggire dal Paese è adesso quasi impossibile ma soprattutto rischioso e l’unico modo è cercare di raggiungere Karthum la capitale del Sudan, via terra, perché ovunque ci sono spie e le strade sono controllate da bande di soldati che impediscono a chiunque con la forza di lasciare le proprie abitazioni.

Mancano luce, acqua potabile, servizi e chi possiede ancora qualcosa (richiestissime le automobile e le poche case in piedi rimaste) tenta di vendere per racimolare qualche spicciolo che gli possa garantire un minimo di sopravvivenza: oggi è quasi impossibile reperire del cibo e chi è scoperto a rubare, anche se affamato, viene legato ad un palo e messo alla pubblica gogna.

Dall’inizio delle guerra il diritto internazionale umanitario non è riuscito ad ottenere dalle parti in causa quel rispetto delle persone e dei luoghi che prevede che non vengano colpiti i civili e le infrastrutture essenziali come scuole, ospedali e centrali idriche. E così in Yemen si consumano ogni giorno tragedie senza fine con l’aggravarsi del pericolo di nuove epidemie tra cui il colera che ha già registrato 2milioni di casi.

Impossibile poi aiutare la popolazione a difendersi dal Covid -Sars, perché medicinali come anche i beni di prima necessità non possono entrare nel Paese. E se la capitale dello Yemen Sana’a è ormai in mano ai ribelli sciiti Houthi appoggiati dall’Iran, i campi profughi di Marib nel nord del Paese sono in grave emergenza perché qui hanno trovato rifugio centinaia di migliaia di sfollati in fuga dalla capitale e scarseggiano viveri.

Nel mentre i bombardamenti continuano senza sosta: la coalizione guidata dall’Arabia Saudita che in Yemen combatte contro i ribelli Houthi, ha iniziato da poche ore  una massiccia campagna di bombardamenti contro i siti Houthi nella capitale yemenita Sana’a. È la risposta di fuoco araba dopo che ieri Abu Dhabi era stata colpita da attacchi con droni, rivendicati dagli Houthi.

Fino alla fine del 2021, secondo le Nazioni Unite, il conflitto in Yemen ha provocato la morte di 377.000 persone. La guerra è costata all’economia del Paese 126 miliardi di dollari e ha causato una delle peggiori crisi umanitarie ed economiche del mondo, con la maggior parte della popolazione (30 milioni di abitanti) dipendente dagli aiuti umanitari.

La foto è in esclusiva. È la città di  Sana’a colpita ieri dalle bombe.

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