La Toscana torna arancione ma Firenze e Prato sono a rischio

Firenze – Dopo due settimane in zona rossa, la Toscana (eccetto alcune possibili zone rosse locali) torna a rivedere l’arancione. Fra le possibili zone rosse, in prima fila la Città Metropolitana Firenze. Sarebbe l’orientamento della Regione ma anche del sindaco Dario Nardella intervistato dalla Tgr Rai. “Di fronte all’annuncio del ministro Speranza – spiega Nardella- rimane il problema delle due province che hanno una media di contagi superiore a 250 ogni 100mila abitanti, cioè Prato e città metropolitana di Firenze che sono le più popolose della regione. Noi siamo orientati ad accettare la proposta della regione, quando sarà ufficiale, a mantenere in rosso la Città Metropolitana per evitare uno spezzatino di colori comune per comune visto che se guardiano la media siamo ben sopra i 250 ogni 100mila abitanti nonostante alcuni singoli comuni come di Firenze siano appena sotto. Più le regole sono omogenee e chiare e meglio è per tutti”. Sul punto caldo delle riaperture (ricordiamo che nella prossima settimana saranno due le iniziative di piazza per chiedere le riaperture commerciali) il sindaco ha commentato: “Bene l’apertura del premier Draghi sulla ripresa delle attività. Ora servono date certe perché l’angoscia, la disperazione di tante imprese a cominciare da ristoranti e alberghi è ormai altissima. Io ho proposto una misura ragionevole e concreta: consentire la riapertura di ristoranti e locali, e l’accesso agli alberghi a chi ha il certificato di tampone negativo nelle 48 ore precedenti. Questo lo si fa già per prendere un aereo non capisco perché non lo si possa fare in un ristorante visto che è più facile controllare le persone nei locali pubblici che in  casa dove si incontrano senza precauzioni”.

Per le zone che passeranno in arancione, martedì 13 aprile,  ecco le regole. Barbieri, parrucchieri ed estetiste potranno rialzare le saracinesche così come tutti gli altri esercizi commerciali finora chiusi, come negozi d’abbigliamento e gioiellerie. Rimangono ovviamente le regole del coprifuoco, dalle 22 alle 5 del mattino, e quelle per ristoranti e bar: dalle 5 alle 22, è consentita la vendita con asporto di cibi e bevande, dalle 5.00 alle 18.00 senza restrizioni mentre
dalle 18.00 alle 22.00 è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina. La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario.

Per quanto riguarda gli spostamenti in zona arancione, non si potrà uscire dal proprio comune ma all’interno del perimetro comunale non sarà necessaria l’autocertificazione. Possibile anche andare in visita da amici e parenti, all’interno dello stesso comune, in due e con minori di 14 anni di cui si ha la potestà genitoriale oltre a disabili e non autosufficienti conviventi.

Sul fronte scuola, si allarga la platea di studenti a cui sono rivolte le lezioni in presenza. Oltre alla prima media, anche le seconde e le terze tornano in classe e, per le superiori, lezioni a distanza fra il 50% e il 75% degli alunni.

Tornando agli spostamenti, da ricordare che è sempre consentito muoversi anche fuori dal comune e della regione per ragioni di lavoro, salute o necessità da autocertificare. Sempre consentito anche il rientro alla residenza, domicilio o abitazione (ad esempio quella in cui si vive abitualmente e con frequenza con il proprio partner) compreso il rientro nelle “seconde case” ubicate dentro e fuori regione. Attenzione però. Per quanto riguarda le seconde cose la situazione è complicata dal fatto che alcune regioni, fra cui la Toscana, hanno emesso ordinanze che impongono dei limiti. Il presidente della regione, Eugenio Giani, dopo che il Tar aveva bocciato una precedente ordinanza che vietava lo spostamento nelle seconde case a chi non aveva il medico di famiglia in regione, ha firmato prima di Pasqua una nuova ordinanza restrittiva: fino a domenica 11 aprile compresa, l’ingresso in Toscana per recarsi nelle seconde case per i non residenti “è consentito solo in presenza di motivi di salute, di lavoro, di studio oppure per comprovate e gravi situazioni di necessità o di indifferibilità documentata”. 

La Toscana, dopo alcune settimane in fascia gialla e oltre un mese in fascia arancione era tornata in fascia rossa il 29 marzo scorso condannata dall’incidenza dei contagi su centomila abitanti. Sembrava che il rischio di finire nella fascia di restrizioni più severe fosse stato scongiurato, ma all’ultimo tuffo, un errore nella trasmissione di alcuni dati aveva fatto cambiare il quadro. Si era scoperto così solo all’ultimo istante che in realtà era stata superata, seppur di un soffio, la fatidica soglia di 250 casi ogni 100.000 abitanti. 

Adesso, quello stesso indice, è tornato sotto il limite mentre l’indice Rt si è sempre mantenuto a livelli da zona arancione.

La speranza è che le vaccinazioni possano finalmente accelerare e che i numeri dei contagi calino sensibilmente in modo tale da mettere la Toscana nelle condizioni di essere pronta nel momento in  cui si tornerà a rivedere uno spiraglio concreto per le riaperture.

Nell’ultimo decreto del governo, che mantiene l’Italia solo in rosso o arancione e in vigore fino al 30 aprile, si è lasciata aperta la possibilità di anticipare qualche riapertura nelle regioni dove gli indici di contagio dovessero calare. Un’eventualità legata non solo ai dati sul contagio ma anche, come ha sottolineato ieri il premier Draghi in conferenza stampa, all’avanzamento dei vaccini.

 

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