Per il momento l’introduzione della tassa di soggiorno, nel Comune di Reggio, viene accantonata. Tant’è che lo schema di Bilancio previsionale 2018 presentato dalla giunta Vecchi non ne fa menzione. E – secondo le voci che riecheggiano dal Municipio – a mettere il veto sull’introduzione dell’imposta sulle presenze turistiche in città sarebbe stata l’area renziana della maggioranza che sostiene la giunta Vecchi. I renziani sarebbero arrivati anche a ventilare la possibilità di non votare il Bilancio, in presenza del nuovo “balzello”. Fantapolitica? Fatto è che il tema è per il momento rimandato.
La proposta dell’introduzione della tassa di soggiorno era stata avanzata dall’assessore Natalia Maramotti, a titolo personale, già lo scorso anno. Indirizzo che l’assessore aveva ribadito anche qualche mese fa, alla vigilia della discussione in giunta, sollevando le critiche degli albergatori. Allora la proposta dall’assessore dem Maramotti aveva incassato il sostegno, pur con precisi paletti, degli alleati di Mdp, ma aveva diviso il Partito democratico in Consiglio comunale. E precisamente l’area renziana, di cui la stessa Maramotti fa parte. “Capisco che occorrano risorse per promuovere le attività turistiche nel nostro territorio, purtroppo ancora sotto dimensionate rispetto alle potenzialità. Capisco che molte altre città abbiano risolto il fabbisogno di risorse con l’introduzione della imposta sulle presenze turistiche. Ma non credo che il sistema migliore per promuovere un settore asfittico sia quello di gravarlo di nuove imposte che comporteranno, fra l’altro, un aggravio negli adempimenti burocratici per gli operatori del settore”. A scriverlo su Facebook – come aveva dato conto 7per24.it – era stata, allora, la consigliera dem renziana Maura Manghi.
Una bocciatura, quella della tassa di soggiorno, ribadita dai renziani anche in fase di stesura del Bilancio. Il loro non sarebbe un no a priori, anzi ci sarebbe la disponibilità a discuterne soppesando pro e contro e, soprattutto, nell’ambito di un tavolo con le associazioni di categoria. Come dire: se ne può riparlare il prossimo anno. Un no che però ha creato qualche mal di pancia in una parte della maggioranza che, invece, avrebbe preferito sostenere gli interventi sul turismo con le risorse derivanti dai pochi euro pro capite versati dai turisti, come avviene in altre città, sulla scorta della tassa di soggiorno.