San Giuliano Terme – Molina di Quosa, caratteristico borgo di origine medievale nel Comune di San Giuliano Terme, fra Pisa e Lucca (ai piedi dei Monti Pisani), una comunità viva, affezionata alla propria storia e alle sue tradizioni culturali.
Proprio nell’ottica del recupero e alla conservazione della memoria storica, anche di quella relativamente recente, si colloca la mostra organizzata dall‘Associazione Culturale Molina Mon Amour che offre al pubblico, a partire dalla popolazione molinese, un’occasione concreta di ripercorrere e condividere con racconti e immagini, momenti salienti della vita parrocchiale e di paese registrati dal 1945 al 1975 dal suo Parroco don Ilio Parenti che per trent’anni ha raccolto foto, articoli di giornale e sue annotazioni su tutti gli eventi di particolare significato, costruendo così un vero Archivio.
Nelle mostra troviamo, infatti, numerosi avvenimenti, dall’apertura della nuova strada panoramica, alla benedizione delle automobili e delle moto (1959) ma anche, purtroppo, eventi tragici come incidenti sul lavoro.
Inoltre, notizie curiose come quella delle immagini di Molina di Quosa borgo medievale sulle scatole dei cerini. Significativi i resoconti di appassionanti gare sportive come la vittoria del ciclista molinese Luigi Scatena nella Coppa Elbana del 1957 (che gli valse i complimenti di Fausto Coppi) omaggi a insegnanti e medici che andavano in pensione, il ricordo di un compaesano illustre, il Prof.Roventini e, nel 1959, un evento atteso: l’inaugurazione di una nuova ala dell’Asilo infantile.
Numerosi i resoconti olografi di Don Ilio come i pellegrinaggi in occasione dell’Anno Santo del 1950, il ricordo di Don Giuseppe Bertini che era stato fucilato dai tedeschi nel 1944, e feste locali, a cominciare dal carnevale nei vari anni..
Una particolare menzione meritano le processioni che negli anni ’50 e ’60 nei piccoli centri erano un evento che coinvolgeva tutta la comunità e, oltre ad essere una cerimonia religiosa era anche coreografico; e, collazionando foto, articoli di giornale, resoconti olografi se ne può ricostruire la valenza socio-culturale.
Una ulteriore caratteristica di questa mostra è quella di far capire come sia cambiata l’Italia in quel trentennio così importante che va dalla fine della guerra alla modernizzazione che ha caratterizzato gli anni ‘60 e ’70.
“Oggi”, sottolinea Elpidio Tombari, uno degli organizzatori della mostra insieme a Luigi Corti e a Patrizia Palla – “questo Archivio è un patrimonio per la comunità molinese, che tramite la mostra ha avuto una occasione collettiva di rivedere le tracce della propria storia e di condividerle con coloro che magari si sono aggiunti alla comunità successivamente per motivi anagrafici o, come il sottoscritto, giunto a Molina nel 2001”.
In effetti, queste operazioni culturali come le pubblicazioni di storia locale, la valorizzazione degli archivi, l’allestimento delle mostre sono significativi strumenti d’integrazione per una comunità che sia, al tempo stesso, coesa e inclusiva. La mostra resterà aperta fino a domenica 12 giugno.