La storia del colosso Samsung al Caffè di Montemurlo

Montemurlo – Verrà presentato il 12 luglio alle ore 21.15 al Caffè letterario, la rassegna culturale promossa dal Comune di Montemurlo nella cornice di Villa Giamari, il libro “Samsung Rising Storia di un Impero familiare protagonista della rivoluzione tecnologica”, scritto dal giornalista americano Geoffrey Cain.

L’introduzione di Piero Meucci, giornalista e direttore di Stamp Toscana, che ha curato la traduzione insieme a Benedetta Gentile, guida alla lettura delle pagine di una originale e quanto mai inedita narrazione, pubblicate dalla thedotcompany, l’affermata casa editrice di Reggio Emilia. Oltre al curatore, partecipa all’incontro Ivano Greco imprenditore di “Campus Innovazione”, mentre la conduzione è affidata a David Bruschi caporedattore de La Nazione Prato.

Nel saggio si racconta la storia del colosso industriale Samsung alla cui guida ci sono tuttora manager all’avanguardia anche se lo spirito d’impresa rimane ancorato a vecchi sistemi padronali verticistici e non flessibili. Ma ciò che colpisce è il rispetto quasi sacrale di chi lavora alla Samsung che spiega il motivo  per cui tutti sono disposti a sacrificare il proprio tempo al potentissimo capo della famiglia Lee.

E poco importa se Lee Jae-Jong, ricchissimo capo della più importante impresa mondiale di chip per i computer, smartphone e monitor digitali, il 13 agosto 2021 sia stato scarcerato sulla parola dopo aver scontato quasi un anno di carcere perché riconosciuto colpevole di aver pagato 37,7 milioni di dollari a due fondazioni gestite da un’amica dell’ex presidentessa Park Geun-ye in cambio di sostegno politico alle discutibili operazioni di fusioni fra le società del gruppo.

Una messa a piede libero inspiegabile anche perché la legge coreana per quei reati contestati  a Lee Jae-Jong è estremamente rigida. Ma sicuramente  a favore del “capo” hanno giocato pressioni ufficiali ed internazionali sul governo coreano affinché l’impresa Samsung fosse messa nuovamente in grado di produrre quei semiconduttori tanto necessari per far ripartire l’industria automobilistica specie quella americana.

È dunque impensabile fermare la multinazionale Samsung fondata il 1º marzo 1938  da Lee Byung-chul a Taegu nella Corea del Sud che voleva costruire, secondo Cain, “un conglomerato che potesse sopravvivere a qualsiasi attacco economico o politico. L’idea era quella di creare una fortezza così grande, così forte e così importante per il Paese, da non potere essere ignorata da nessun governo”.

Oggi Samsung con una capitalizzazione di 270 miliardi di dollari, più di 80 miliardi di introiti da investire e con 300.000 dipendenti in 74 Paesi rappresenta un pilastro dell’economia coreana e colosso industriale diversificato. Ovvero  è il più grande “chaebol” (business famigliare) della Corea del Sud. Lee Kun-hee, padre di Lee Jae-yong, ha un patrimonio di 15,6 miliardi di dollari ed è l’uomo più ricco del Paese, secondo la rivista Forbes. (Ma neanche il patriarca è stato esente dagli scandali: nel 2008 è stato dichiarato colpevole di evasione fiscale).

Tra i successi vantati da Samsung spicca Samsung Electronics, una nuova realtà industriale che in poco tempo è riuscita a superare Sony e poi Apple grazie alla sua duplice natura,innovativa e manifatturiera. Ma nel 2016 arriva l’errore di produzione: le batterie del Samsung Note 7, incendiandosi esplodevano, e costrinsero la Samsung a ritirare quel prodotto dal mercato evidenziando al contempo un  limite comunicativo dell’azienda a livello globale.

Ciononostante Samsung continua a  raccogliere i frutti di un lungo lavoro che parte da lontano. Il primo business famigliare è stata una pescheria. Nel 1938, Lee Byung-chul, il nonno pioniere, si dedicava alla vendita di pesce, frutta e verdura. Solo nel 1960 decise  di espandersi, entrando nel mondo dell’elettronica. Ed oggi Samsung (il cui nome tradotto vuol dire tre stelle), grazie alla sua struttura anticiclica, spiegata da Cain: «Quando il business dei semiconduttori cala, Samsung può trarre profitto dagli smartphone. Quando il business degli smartphone cala, Samsung può trarre profitto dai display. Dopo di che, forse i semiconduttori torneranno ad essere redditizi», mette al sicuro l’azienda.

Perché l’azienda continui a prosperare i Lee sanno che è necessario affidarsi ad un cambio generazionale che ne garantisca la continuità come già accaduto in passato,ricorrendo a una figura familiare carismatica. E non mancano anche qui colpi di scena degni di una soap opera, perché pare che Lee non abbia nessuna intenzione di passare il testimone al figlio,almeno per ora. Fatto sta che la compagnia è in effetti parte integrante della crescita vertiginosa e dell’attuale condizione di benessere sudcoreano.

Non solo a livello di comunicazione ed intrattenimento, ma anche per l’accesso ai servizi sanitari e l’istruzione. Tutto nella Corea del Sud avviene tramite Samsung e allo stato attuale non c’è niente che non possa prefigurare un futuro di Samsung ancora sotto la guida della famiglia.

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