Ritorna alla grande l’interesse per la Toscana su tutti i mercati turistici internazionali anche se i volumi di fatturato delle imprese dovrebbero attestarsi sugli stessi numeri dell’anno precedente in virtù della minore capacità di spesa individuale.
Una buona e una cattiva notizia verrebbe da dire, ma analizzando i freddi numeri del periodi giugno-luglio-agosto forniti su un campione di 829 imprenditori del settore alberghiero, extra alberghiero e agrituristico circa 695 mila le presenze in più rispetto al 2010 pari ad un + 3,2%.
Ovviamente essendo il periodo di riferimento quello dell’estate, almeno nella metà dei casi è stata scelta una località di mare per le vacanze le quali, nell’insieme, hanno incrementato la loro dote annua del + 1,3%, anche se non tutte le aeree hanno segnalato un risultato positivo. Leggera flessione infatti per la Versilia e la Maremma e risultato in crescita per la Costa Apuana, Livornese e per le isole dell’Arcipelago. Un buon giugno, un calo in luglio a causa del maltempo e un’ottima ripresa in agosto, confermata dai dati di settembre. Un dato discordante, difficile da analizzare nel profondo perché se all’ottima performance delle località meno popolari ha senz’altro contribuito l’abbandono per i motivi a tutti noti di alcune località del Mediterraneo, di difficile lettura è invece la seppur lieve flessione di quella Maremma definita solo un anno fa dagli americani come “una delle dieci località al mondo che vale la pena visitare” e quella della celebre Versilia anche quest’estate ampiamente frequentata dai turisti dell’est europa il cui numero è stato, anche quest’anno, in ascesa.
Il dato però più interessante anche in virtù del periodo di riferimento è l’eccellente performace delle città d’arte che facendo registrare un significativo + 4,2% e rappresentando nell’insieme il 25% delle presenze del trimestre incidono fortemente sui fatturati delle imprese turistico e fanno comprendere come l’appeal culturale è forte ed in ascesa grazie anche a scelte strategiche di alto livello nel settore espositivo.
Ottimi i risultati anche della montagna con + 6,7% e della campagna-collina + 6,6% che all’inizio della stagione erano un po’ in ritardo di prenotazione; una lettura chiara questa nell’uso sempre più diffuso del web e di una decisione last minute in campo vacanziero con un settembre che, grazie alla buona stagione, farà registrare un exploit di circa + 2/3%.
Chiudiamo con le noti dolenti: il termale. Una contrazione del -1,2% che conferma delle difficoltà già segnalate e a cui si sta cercando di porre rimedio con campagne ad hoc.
In quanto a strutture ricettive grande boom negli hotel a 4 e 5 stelle con un significativo +6,1%, flessione nei 3 stelle e nei residence con un -1,3% e deciso calo negli hotel a 1 e 2 stelle con un deciso -4,4%. L’extra alberghiero probabilmente intercetta le quote mercato degli hotel a classificazione inferiore facendo registrare un +4,7%.
Tornano i turisti europei: francesi, tedeschi, olandesi, belgi, svizzeri e scandinavi, invece ancora poco rilevante il ritorno degli inglesi. Grande exploit dei nuovi mercati, Brasile soprattutto, e ritorno massiccio degli americani che hanno, loro soli, fatto schizzare ad un + 7 / 8% il dato di Firenze città.
Nell’insieme possiamo trovare più dolce che amaro in questi numeri, ma un dubbio grande rimane: perché il turismo enogastronomico che da solo a livello nazionale rappresenta la seconda voce di scelta dell’Italia a livello regionale non è conteggiato e a precisa domanda si è risposto che trattasi del segmento turismo campagna-collina?
Forse c’è qualcosa che non è chiaro a chi mastica della materia in Toscana se questa voce non solo viene contemplata, ma non viene recepita come trasversale e bisognosa di essere qualificata con una domanda che non sia come oggi troppo frastagliata e priva di fantasia e concretezza.
Nadia Fondelli