Prato – Un grande Marco Baldini quello visto l’altra mattina, ospite dell’associazione Senza Veli sulla Lingua di Milano, Ceis e Provincia di Prato, in un incontro dal titolo “Non è un gioco”, organizzato al cinema Terminale con gli studenti dell’Istituto Tecnico Marconi per spiegare i rischi del gioco d’azzardo.
“Prato – dice in apertura agli studenti il Sindaco Matteo Biffoni – “secondo gli ultimi dati ha il triste primato dell’alta classifica per il gioco d’azzardo”, e di qui l’invito a tenere alta l’attenzione perché “dal 2007 ad oggi, dunque in dieci anni i numeri di chi gioca d’azzardo sono passati da 4 a 400, anche perché cominciare a giocare è sempre più semplice perché tante sono le tentazioni.”
“Purtroppo in 6 anni di attività devo dire che del gioco d’azzardo, nonostante le tabelle indichino l’emergenza, se ne parla ancora troppo poco – così la psicologa Annalisa Ilari – anche se devo dire che nelle scuole, quando abbiamo portato le testimonianze attive, per i ragazzi è stata un’esperienza di forte emozione”.
Dopo la visione del film “Il mattino ha l’oro in bocca”, tratto dal libro autobiografico di Marco Baldini ”Il giocatore”, lo stesso Baldini ha raccontato di come tutto per lui ebbe inizio e cioè di quando appena tredicenne (nato nel 1959) fu invitato a scommettere 100 lire da un amico carrozziere di nome Cosimo, detto Vittoria (la sua mano era infatti mancante di tre dita perse in un incidente: gli erano rimaste l’indice e il medio che formavano la lettera V) e da un edicolante.
Baldini vinse 600 lire e da allora quell’euforia dell’azzardo non lo abbandonò più e iniziò a frequentare le sale da corsa di cavalli. Si mise a lavorare in una radio locale di Firenze, e poi “scoperto”da Cecchetto, si trasferì a Milano nella sede di Radio Deejay dove conobbe Rosario Fiorello.
“Un incontro che diventò amicizia nel 1989 quando dai microfoni del network milanese iniziò a condurre la trasmissione Viva Radio Deejay con le imitazioni di Fiorello e dal 2001 fino al 2008 per Rai Radio 2 per la quale condusse sempre con Fiorello il programma Viva Radio 2 sulla base di un format dai due già collaudato.
Un’amicizia che si interruppe a causa del gioco d’azzardo confessa Baldini : “Fiorello – spiega – è vero che mi ha aiutato ma lo fece attraverso la dignità di un lavoro, invitandomi a meritare i soldi che mi dava, ma al momento non lo compresi, perché avendo dei forti debiti volevo tutti i soldi e subito e così ci allontanammo”.
Di Fiorello racconta della sua ipocondria: era sufficiente che avesse avere 37’ di febbre perché si mettesse sotto le coperte o di quando si coricò nel letto “in compagnia” di un pollo cotto al forno con le patate.
Erano gli anni del successo, dei soldi: “Però purtroppo i soldi, a causa del mio vizio, li ho sempre visti solo passare“. Anni della notorietà, delle conoscenze importanti: Mike Buongiorno, Gerry Scotti, Pippo Baudo,Vasco Rossi. Fu invitato ad Arcore da Silvio Berlusconi, che ricorda suonava il pianoforte, ma Baldini dice anche che “a me di tutto quello non importava perché la mia testa era altrove, al gioco, alle scommesse. Ero dentro una spirale di debiti, di amicizie sbagliate e non riuscivo a venirne fuori, perché si pensa solo al gioco anche quando non si gioca”.
E ricorda un assalto a una banca milanese con un amico della mala lombarda (reato prescritto) o della buca che fu invitato a scavare da due malavitosi che aveva “involontariamente” truffato o di quando tentò di suicidarsi ma fu preso letteralmente a cartonate in faccia da un barbone che voleva derubarlo, mettendo così la parola fine al suo tentativo di farla finita. E poi la separazione dalla moglie, gli amici che si allontanano, la perdita del lavoro e il non riuscire più a mettere insieme nemmeno i soldi sufficienti a portare qualcosa in tavola.
A chi gli ha chiesto se oggi ha smesso di giocare Baldini ha risposto: “Non sono guarito, ma ne sto uscendo, perché sappiate che il gioco d’azzardo è una malattia molto grave e che giocare è buttare i soldi nel cesso. Adesso ho dei progetti, ho ripreso a lavorare in una radio RMC Sport, scriverò un libro di favole in dialetto romanesco, ho una nuova compagna e ho ancora dei sogni nel cassetto”.
Infine l’invito di Marco Baldini agli studenti: “Ragazzi non vergognatevi a chiedere aiuto, fate in modo di non sentirvi soli, fatevi dare una mano ai primi sintomi e non sentitevi mai abbandonati, anche perché non dovete avere paura del gioco ma quando volete rifarvi; fatevi aiutare soprattutto all’inizio perché è piú facile. Dopo è sempre troppo tardi.”
Foto: Marco Baldini con gli insegnanti dell’Istituto Marconi