La frenata del commercio globale e la prevedibile stagnazione dell’area Euro sono fonte di preoccupazione delle imprese, dal momento che l’export si conferma il principale cardine su cui ruota il nostro sistema manifatturiero.
Prosegue, nel III trimestre del 2011, il cammino di recupero dai minimi del 2009: per il settimo trimestre consecutivo, infatti, la produzione industriale reggiana risulta in crescita. Ancora una volta, a trainare verso l’alto gli indici sono stati le esportazioni e il ciclo delle scorte di magazzino, in fase di ricostituzione dopo le ampie flessioni degli ultimi due anni. Nel periodo luglio-settembre 2011, la variazione tendenziale della produzione industriale è stata pari a +17 punti percentuali. Sebbene si tratti di un risultato positivo, si segnala come il ritmo di crescita stia progressivamente decelerando, coerentemente con il clima di incertezza che caratterizza lo scenario economico e finanziario internazionale.
2010 | 2011 | ||||
III trim. | IV trim. | I trim. | II trim. | III trim. | |
Produzione industriale | 15,3 | 18,9 | 19,8 | 11,4 | 17,2 |
Fatturato | 7,8 | 21,8 | 19,8 | 14,9 | 17,9 |
Fatturato interno | 7,3 | 13,6 | 14,2 | 8,0 | 13,1 |
Fatturato estero | 8,7 | 32,3 | 28,9 | 17,9 | 19,1 |
Occupazione | 0,0 | 2,9 | 2,9 | 2,6 | 5,6 |
Anche il fatturato ha evidenziato un progresso significativo, registrando un aumento che, in questo caso, si è posizionato a un +17,8%, sostenuto da un’espansione del 19,1% del fatturato estero. La buona performance del tessuto produttivo locale si associa ai risultati incoraggianti realizzati dagli altri indicatori, anche se i relativi incrementi risultano più contenuti rispetto a quelli registrati nella prima parte dell’anno. Le indicazioni sulla consistenza del portafoglio ordini risultano leggermente peggiorate rispetto alle precedenti rilevazioni. Nel terzo trimestre 2011, gli ordinativi sono aumentati del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2010, a fronte di una crescita del 15,5% rilevata nel trimestre precedente.
La crescita della produzione avvenuta nel trimestre luglio-settembre è all’origine di una lenta ripresa dei livelli occupazionali, che restano comunque su livelli inferiori a quelli pre-crisi.
In prospettiva, però, il proseguimento della fase di recupero sembra ostacolato dal peggioramento dello scenario globale. I principali indicatori previsionali registrano un peggioramento di entità variabile, ma comunque apprezzabile, rispetto ai livelli di giugno. Il commercio mondiale sta calando e le valutazioni delle imprese sugli ordini esteri dicono che la caduta si accentuerà. In Italia ciò toglierà supporto all’export, proprio quando la domanda interna, già debole, risentirà dell’indispensabile e accelerato abbattimento del deficit pubblico.
Al momento non è ancora possibile quantificare di quanto possa rallentare la crescita o, nell’ipotesi peggiore, di quanto possa flettere; tuttavia gli indicatori qualitativi disponibili continuano a segnalare un clima di fiducia meno favorevole da parte degli operatori economici, mentre, dall’altro lato, è aumentato in misura significativa il numero di imprese che prevedono per i prossimi mesi una dinamica dei quantitativi da produrre sui livelli attuali o in diminuzione.
I saldi ottimisti-pessimisti relativi a produzione, ordini complessivi e occupazione ritornano su valori negativi, rispettivamente -4, -9,8 e -3,9. Peggiorano anche le aspettative sull’export, sebbene il saldo si mantenga comunque positivo 8+2,3), a conferma dell’impulso deciso che le vendite all’estero stanno dando alla ripresa.