La replica del presidente Gianni Borghi:
“Il consiglio generale – di cui i quattro consiglieri sono membri – ha avviato, con delibera del 31 gennaio 2011, un percorso di diversificazione degli investimenti, fissando un prezzo oltre il quale cedere un primo pacchetto di azioni UniCredit. Due dei consiglieri firmatari avrebbero addirittura sollecitato un prezzo più elevato. Dopo la tempesta finanziaria di questi ultimi mesi, è stato confermato l’impegno di tutto il consiglio generale di riconsiderare e ridefinire le condizioni e le modalità di tale cessione, non appena – e comunque a breve – in possesso di maggiori informazioni di scenario macro-economico e, in particolare, rispetto al piano industriale di UniCredit.
Nel consiglio generale del 14 ottobre scorso il consulente finanziario della Fondazione ha presentato il quadro complessivo dei nostri investimenti con tutti gli approfondimenti del caso. Ritengo pertanto ci siano stati – e continueranno ad esserci – sia l’informazione che il confronto. Inoltre, nell’ultimo consiglio generale (17 ottobre 2011, ndr) ho proposto di presentare il 28 ottobre prossimo ulteriori analisi e alcune simulazioni riferite all’eventualità di un aumento di capitale di UniCredit, in modo da poter prendere decisioni appropriate, e ho confermato la volontà di proseguire il percorso di diversificazione avviato in gennaio.Le due proposte sono state accolte all’unanimità. Pertanto, i consiglieri firmatari della lettera – con ogni probabilità – o non erano presenti, o erano distratti o non hanno voluto intendere quanto discusso, deciso e verbalizzato in questi mesi dal consiglio generale della Fondazione Manodori.”