Aeroporti, per integrarli la Toscana punta sul pubblico

L'operazione è andata in porto, e la Regione Toscana ha dunque rilevato la quota di Banca Mps sull'aeroporto fiorentino. In termini tecnici, Mps ha ceduto il 4,893% detenuto in Adf alla Regione Toscana. Operazione confermata dallo stesso governatore Enrico Rossi, presidente della Regione, che illustrando i dettagli dell'operazione (che ha avuto Emintad come advisor) rende nota la quota sborsata dalla Regione:  circa 4,8 milioni di euro, 11 euro ad azione, per la società che gestisce l'aeroporto di Firenze.

Di cosa si tratta? Di un investimento sul territorio da parte dell'ente pubblico locale più importante, come chiarisce il presidente Rossi, che ricorda anche che, a suo tempo, il Consiglio regionale aveva dato mandato alla giunta di acquisire una quota fra  il 5% e il 15%.
Una mossa a lungo preannunciata, quella della Regione,  che si incanala nella prospettiva di dar vita a un sistema aeroportuale toscano, puntando sulla quota già detenuta nella società di gestione dell'Aeroporto di Pisa, dove con il 16,9% guida il patto di sindacato. Tanto più che  è  lo stesso presidente della Regione a commentare favorevolmente la possibilità di aumentare la presenza regionale in Adf, dicendo "una presenza più congrua sarebbe interessante".

In pratica, una sorta di "avanzamento" del pubblico nel settore degli aeroporti che sembra andare in direzione contraria a ciò che avviene in altre regioni italiane. In particolare per quanto riguarda il centrosinistra, con i sindaci di Milano e Torino, Pisapia e Fassino, che stanno "sganciandosi" dalle partecipazioni pubbliche sugli aeroporti. Mentre in Toscana spira un vento diverso, e l'aeroporto di Firenze avrà, con questa mossa della Regione, una forte presenza di capitale pubblico, con tanto di partecipazione della regione al cda. Gli altri soci di parte pubblica sono le Camere di Commercio di Firenze e Prato, e il Comune di Firenze. Soci pubblici con cui la Regione cercherà, come annunciato dal governatore, di trovare un'intesa di azione comune.
Anche perchè l'ipotesi futura è senz'altro quella di andare verso la maggiore integrazione possibile fra gli scali di Firenze e Pisa. Ipotesi che vedrebbe l'allargamento ancora più accentuato del pubblico. Il che significa che la Toscana crede ancora e fermamente nella presenza del pubblico nell'ambito dei servizi.

Da ultimo, rimane il nodo della pista. Che di debba farla, è ormai assodato. Come, ancora in alto mare. Il governatore accenna all'Enac, incaricata di confrontare e studiare varie ipotesi, ma di fatto sembra che tutto sia ancora aperto. Sulla questione, punta il dito il sindaco di Firenze Renzi, che mette in evidenza proprio i due "nodi" più ingarbugliati della faccenda: da un lato, dichiara che la "vera sfida è sul via libera alla nuova pista"; dall'altro, commenta "uno può  avere dubbi se sia giusto che al giorno d'oggi un ente pubblico acquisiti le quote da una banca". Precisando che ''per noi, al di là della composizione azionaria, oggi il tema è se si cambia questa benedetta direzione della pista che non consente un valido sistema di atterraggio a Firenze. Credo che Firenze non debba diventare un hub internazionale ma deve essere un aeroporto funzionante, che aiuti le nostre aziende. Ogni milione di passeggeri in più sono 800-900 posti di lavoro che vengono assicurati al nostro territorio". 

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