Impegno infrasettimanale tutt’altro che facile per la Reggiana ed il suo tecnico Amedeo Mangone. Domani sera al Giglio sarà di scena la Pro Vercelli, partita che sa già di ultima spiaggia per l’allenatore lombardo, a detta di molti il principale responsabile dell’attuale crisi granata. I piemontesi arrivano in Emilia forti del 4-1 di due giorni fa all’Avellino e sono carichi di entusiasmo; fuori casa hanno un trend altalenante (tra i quali spicca il pareggio a Benevento) ma sono comunque una delle difese meno battute del campionato fino a questo momento: solamente 3 i gol subiti, a differenza dei 12 incassati sino ad ora dalla truppa di Mangone, che vanta una non invidiabile media di 2 gol subiti a partita.
La difesa non è, purtroppo, l’unico problema di questa Reggiana. Innanzitutto Mangone non ha ancora trovato il modulo più efficace per questa squadra, quello, cioè, che riesca ad esaltare le caratteristiche dei singoli giocatori. La dea bendata non lo ha certo aiutato: da inizio stagione ha dovuto fare i conti con una serie di infortuni che gli hanno impedito di disporre della piena rosa dei giocatori: il tecnico granata ha dovuto, infatti, fare a meno di Carlini e Bettati già prima della partenza con il Pavia ed ora, alla vigilia della delicata sfida contro i piemontesi, la lista si allunga. Quasi sicuramente, infatti, sia Zini che Ardizzone non saranno a disposizione per domani, così come Gurma fermo ai box per altre due settimane. Dopo il rientro da Sorrento, poi, la doccia fredda: Paolo Rossi, uscito anzitempo nella gara contro i campani, si è fermato per un problema muscolare ed anche lui non sarà nell’elenco dei convocati per la Pro Vercelli. Di conseguenza Mangone dovrà ancora una volta inventarsi una nuova formazione e, probabilmente, un nuovo modulo. In avanti l’unico disponibile è Redzic, che però è apparso abbastanza abulico nelle poche apparizioni a lui concesse finora; potrebbe toccare, dunque, al giovane Fedi, autore del gol della bandiera a Sorrento. In alternativa, Mangone dovrebbe affidarsi ad attaccanti improvvisati quali Alessi, Esposito o Matteini. L’occasione però è ghiotta.
Se il tecnico lombardo riuscirà, con quasi mezza rosa a disposizione, ad indovinare lo schieramento ideale e a leggere in maniera perfetta la partita, potrà finalmente riscattarsi e mandarle a dire a tutti coloro che in lui ripongono zero fiducia. L’ennesima sconfitta in casa, invece, aprirebbe occhi ed orecchie alla dirigenza granata, fin qui rimasta a guardare, che potrebbe dare il ben servito a Mangone, dichiarando il capolinea dell’avventura sulla panchina granata dell’allenatore.