La prima edizione di Cortona On The Move in Arabia Saudita

Cortona – È lo scorrere del tempo in ogni sua forma, il tema centrale di Cortona On The Move AlUla, la prima edizione della manifestazione dedicata alla fotografia (9 febbraio- 31 marzo 2022) dove ad AlUla, oasi delle arti e della creatività dell’Arabia Saudita, saranno esposte opere di 19 artisti, con lo scopo di creare un’esperienza unica, site-responsive, nel villaggio AlJadidah di AlUla.

Past Forward – Time, Life and Longing”, titolo della prima edizione di Cortona On The Move AlUla, espone le opere dei principali fotografi locali, regionali e internazionali, nei cortili e lungo i muri, creando un emozionante viaggio di narrazione visiva nelle diverse sfaccettature che il tempo può assumere.

Past Forward – Time, Life and Longing è co-curata da Arianna Rinaldo, curatrice e direttore artistico di Cortona On The Move dal 2012 al 2021, e dall’artista visiva e curatrice saudita Kholood AlBakr, che nei tre filoni tematici “Time, Life and Longing”, hanno individuato una lettura del trascorrere del tempo in diversi ambiti: la famiglia, l’amicizia, la memoria, il cambiamento e il futuro.

TIME – È il termine scientifico che stabilisce il ritmo della vita e della natura e nel medesimo momento è la parola emozionale che guida lo scorrere dei giorni nella nostra vita quotidiana. Phillip Toledano manipola il tempo nel suo progetto “Maybe” sfidando il flusso naturale della vita e immaginando i suoi possibili sé futuri; mentre Simon Norfolk dimostra con “Shroud” come il tempo non possa essere fermato, attraverso la contemplazione drammaticamente poetica dell’assottigliamento dei ghiacciai del mondo e lo sforzo di rallentarlo. Il tempo si ferma, invece, nelle notti buie e silenziose dei musei vuoti, dove opere d’arte e statue sono congelate nella loro antica presenza in “Locked in Beauty” di Paolo Woods e Gabriele Galimberti. Al contrario, la mutevolezza incontrollabile e irreversibile del tempo è al centro dei ritratti di Adel AlQuraishi. La serie “Ghost Camera” di Osama Esid, invece, riflette perfettamente i segni delle intemperie che il tempo spesso lascia dietro di sé. Mentre vaghiamo tra gli antichi resti di un’epoca passata nelle immagini e nell’installazione video di Moath AlOfi, diventa evidente quanto poco sappiamo del grande schema del tempo. Un tempo conservato perfettamente e travolgente nella serie del defunto Latif AlAni, considerato da molti il padre della fotografia.

LIFE – Il semplice gesto di salutare, salutando dall’auto quando lasciamo i nostri cari, porta con sé il senso profondo del vivere e dell’amare. Deanna Dikeman ha creato la sua sequenza “Waving and Leaving” quasi per caso, inconsapevole, durante il processo, della forte emozione condivisa che le sue immagini avrebbero trasmesso. Simili, ma sorprendenti, sono le emozioni che Aleksi Poutanen riesce a provocare con il suo “Fellow Creatures” dove la vita umana e la vita animale diventano una nuova possibilità di una relazione senza tempo. Quasi senza tempo come la vita e il lavoro delle famiglie circensi, una tradizione che attraversa le generazioni e che è stata magistralmente ritratta da Stephanie Gengotti nel suo “Circus Love”“Men of the Pearl” di Ali AlShehabi è un’esplorazione della narrazione attraverso elaborate scenografie ed estetica, in relazione alla vita araba. Mentre M’hammed Kilito documenta in “Hooked to Paradise”, l’impatto ambientale che il cambiamento climatico ha sulle vite e sugli ecosistemi su cui molte popolazioni indigene fanno affidamento, trasmettendo la bellezza dell’oasi nel deserto così come il suo triste viaggio verso la lenta estinzione. Infine, Amina Kadous coinvolge lo spettatore in un viaggio in cui intreccia storie della sua vita con le quali si è destinati a trovare una connessione.

LONGING – Tempo e vita equivalgono a nostalgia. Questo è ciò su cui riflette Tanya Habjouqa con il suo lavoro sulle donne siriane rifugiate in Giordania: “Tomorrow There Will Be Apricots”. Un simile senso di sofferenza e struggimento pervade i ritratti di paesaggi notturni di Alejandro Chaskielberg che rivela le conseguenze umane di un devastante tsunami in “Otsuchi Future Memories”. Un progetto che porta oltre il tempo come con gli scatti di Catherine Panebianco nei quali passato e presente diventano un tutt’uno creando un legame con i desideri passati nel suo “No Memory is Ever Alone”. La nostalgia è parte integrante dell’esperienza umana, che nell’approccio surrealista e onirico di Omar Imam, nella sua serie “Live, Love, Refugee”, è un ritratto dolorosamente bello delle sofferenze umane e del profondo desiderio di un mondo migliore. “Guardians of the Oasis”, un’immagine visivamente accattivante dell’artista Mohammad AlFaraj, mostra una composizione stridente che rende omaggio a un tempo perduto e contemporaneamente spiega le ali speranzosa di un futuro più luminoso.

Dal 27 febbraio al 20 marzo, saranno inoltre ospitate sei residenze artistiche per artisti il cui programma artistico, diretto da Paolo Woods, direttore artistico di Cortona On The Move dal 2022, prevede mentorship e masterclass che contribuiscono a favorire lo scambio culturale, sviluppando non solo le competenze degli artisti ma anche arricchendo l’esperienza dei visitatori e della comunità locale.

Cortona On The Move nasce nel 2011 da un’idea dell’Associazione Culturale ONTHEMOVE, il cui scopo è quello di diffondere e promuovere la fotografia contemporanea alla ricerca di nuove visioni e di forme originali di comunicazione visiva. Giunto alla sua dodicesima edizione, il festival offre un’interazione proficua tra gli esperti del settore e favorisce una costante ricerca di opere che documentino la continua evoluzione del linguaggio visivo – tutto questo nell’eccezionale cornice della città etrusca di Cortona, in Toscana (Italia).

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