Prato – Stiamo attraversando un momento storico particolare, burrascoso, pieno di cambiamenti, delicato. Fra le mille problematiche che si stanno presentando alcune sfuggono alla generale attenzione, non è’ facile seguire tutto, informarsi su tutto in un mondo ormai reso unico e globale da internet.
Il prossimo 17 aprile siamo chiamati a votare per il referendum sulle trivelle, referendum abrogativo (unico ammissibile in Italia) della possibilità di continuare a sfruttare i giacimenti di gas e idrocarburi già in uso se non tramite una ricontrattazione delle condizioni, ma non so quanti italiani sappiano che ci sarà un referendum e su cosa sarà.
Poche le informazioni date dalla stampa, qualcosa compare sui social, ma le informazioni sono comunque minime, almeno per un popolo distratto come il nostro, reso ancora più distratto dalla confusione da sempre creatasi fra politica e quella che io chiamo “partitica”.
Si sente spesso dire dalle persone che non si occupano di politica per lo schifo che fanno i partiti, per tutto quanto corre intorno a loro, giustificando così la loro noncuranza per la cosa pubblica. Questa affermazione sono convinta sia ampiamente favorita proprio dai partiti che hanno tutto l’interesse a che le persone si occupino poco o nulla di politica, in modo da poter gestire il più possibile a modo loro.
In realtà la politica non coincide affatto con i partiti, o almeno non solo con essi.
Politica è’ una parola che viene da Polis, parola greca che significa città, e vuole dire occuparsi delle cose della città, intesa come Stato, essendo l’epoca delle città Stato in Grecia quando fu coniata la parola. Occuparsi della Polis era una prerogativa del cittadino ed il non farlo lo rendeva un idiota, da cui l’offesa attuale di idiota. Quindi un cittadino che non si occupava di politica non era considerato un cittadino, e questo a ragione. Essendo in democrazia lo Stato governato da tutti i cittadini tutti devono occuparsi della cosa pubblica, dello Stato, senza trovare scuse. Una tipica scusa è’ che la politica è’ una cosa sporca, che i partiti sono tutti uguali e corrotti, senza considerare due elementi fondamentali: che la politica non si identifica con i partiti e che se è’ sporca la colpa è’ di chi guarda e non partecipa.
Politica significa gestire la cosa pubblica e non là si fa solo tramite i partiti ma anche con le associazioni, i movimenti di opinione, con qualsiasi atto o fatto che incide sulla vita comune, cioè pubblica. Astenersi dal fare politica quindi significa non partecipare dei problemi comuni, come se in una famiglia si decidesse di non occuparsi della casa comune, del bilancio e di quanto necessario.
Se non ci si occupa delle proprie cose non ci si può stupire se chi le gestisce al posto nostro fa i suoi interessi o comunque non i nostri o nel migliore dei casi lascia che tutto vada a caso. Ecco che poi si definisce sporca la politica quando la responsabilità non è’ della politica ma di chi si astiene dal prendere le proprie responsabilità nella gestione delle cose comuni.
Sarebbe il caso di smettere di vantarsi di non occuparsi di politica e che coloro che lo fanno si sentano nuovamente degli “idioti” sostanzialmente cioè egoisti!!!
Foto: www.atenegrecia.it