Ha un bel da dire Graziano Delrio che a lui le piazze non importano. Sarà stata l’irritazione per l’attacco sferrato da Beppe Grillo nei suoi confronti proprio in apertura del discorso. Fatto sta che le piazze in politica sono ancora determinanti, quelle reali più di quelle virtuali. Checché ne dicano i grillini. E’ per questo che la folla straripante di venerdì sera segna uno spartiacque di questa stanca campagna elettorale: se prima si dava più o meno per scontata una comoda vittoria al primo turno per il candidato Pd Luca Vecchi, oggi si comincia a sussurrare la parola ballottaggio. Il Partito democratico aveva fiutato l’aria in anticipo, infatti ha chiamato Renzi a Reggio il 17 maggio, ma non sarà facile fare pari con la folla accorsa per il leader del Movimento 5 Stelle. A complicare ulteriormente le cose è arrivata l’inchiesta sull’Expo che ha offerto nuove cartucce ai candidati di opposizione per attaccare il contestato parcheggio sotterraneo di piazza della Vittoria.
Non è un caso che oggi il candidato sindaco del M5s, Norberto Vaccari, sia tornato ad attaccare a testa bassa proprio sul parcheggio: “Oggi, con il coinvolgimento del soggetto realizzatore nello scandalo EXPO, il suo farsi beffe del Comitato e delle tante ragioni contro questa opera inutile suona al Pd la campana a morto. Sui garage Vittoria Vecchi ha già perso”. Esagerazioni da campagna elettorale, certo, ma il nodo politico è difficile da negare. Va detto che anche il movimento di Grillo ha i suoi problemi. Il consigliere regionale Andrea Defranceschi è stato diffidato a utilizzare il simbolo del Movimento. I giudici contabili ritengono “irregolari” le spese sostenute per l’assunzione di due persone. Ora M5s rimane senza esponenti in Regione. Anche se Grillo ha precisato: “Non si tratta di un’espulsione, se il Tar gli darà ragione sarà ripreso nel Movimento”.
Nulla però in confronto alle notizie che giungono da Milano e che coinvolgono in modo trasversale uomini politici di centrodestra e le cooperative rosse. Un’inchiesta, quella sull’Expo, che rischia di avere ripercussioni anche sul voto amministrativo. Certo la strada è ancora lunga, ma Luca Vecchi non si può permettere di sottovalutare le indicazioni che sono giunte dalla piazza. Perché la partita non è affatto chiusa.