La nuova stagione del teatro dell’Orologio

Un ricco ed affascinante cartellone proposto dalla compagnia MaMiMò…

Hitchcock. A love storyL’associazione Centro Teatrale MaMiMò gestisce dal 2011 il teatro Piccolo Orologio, inserito nel complesso architettonico del Casino dell’Orologio che comprende servizi quali lo Spazio Culturale multifunzionale Orologio e la biblioteca, perseguendo l’obiettivo affidatogli dal Comune di Reggio Emilia di arricchire e diversificare costantemente l’offerta culturale del quartiere e della città.

Non un contenitore, non un semplice susseguirsi di spettacoli, ma continuità con ciò che si è fatto nelle precedenti cinque stagioni, continuità con un’idea di teatro colto e popolare, che stimola la ricerca personale, che suscita domande piuttosto che risposte. Continuità con il pubblico che in questi anni ha dimostrato di apprezzare la linea artistica del MaMiMò Teatro Piccolo Orologio, come ormai da tutti ribattezzato, con un incremento del 30% delle presenze negli ultimi due anni. Legame determinante quello tra il teatro e il pubblico, come tra una città e i suoi abitanti, come tra un teatro off e le compagnie che calcano il palcoscenico portando il meglio delle loro produzioni artistiche, che siano rinomati classici sempre apprezzati, oppure originali e vivaci drammaturgie contemporanee. Anche questa nuova stagione teatrale il centro teatrale si propone di programmare stimolanti novità, di alternare giovani attori e autori ad affermati successi, per garantire novità e certezze senza perdere mai di vista il racconto del reale, del contemporaneo, stimolando la curiosità e la riflessione sull’attualità da nuove prospettive.

Hanno detto

Sono onorata di essere qui perché considero amiche le persone che animano MaMiMò. In questi due anni e mezzo dell’assessorato devo dire di averle sempre viste presenti nelle attività della città con la voglia di proporre, di fare e di costruire”, ha detto l’assessore comunale ad agenda digitale, partecipazione e cura dei quartieri, Valeria Montanari durante la presentazione della nuova stagione teatrale in anteprima per la stampa nella biblioteca dello spazio culturale Orologio. “L’aspetto più rilevante è che la costruzione del progetto MaMiMò fa sì che oggi sia nata e sia attiva una sorta di istituzione privata: questi ragazzi sono partiti dal territorio come associazione, hanno raccolto e formato ragazzi e grazie anche alla grande ospitalità del centro sociale Orologio sono riusciti a fare spettacoli per il quartiere, si sono allargati, hanno avuto il coraggio di fare alcune produzioni senza paura del fallimento e oggi sono un’impresa culturale che produce economia, lavoro e servizi per la città. I MaMiMò sono una dimostrazione vivente del fatto che le imprese culturali producono lavoro: dieci persone lavorano qui fisse, tra soci e dipendenti, più una decina di collaborazioni attive tutto l’anno, senza contare le centinaia di persone che portano a casa un’emozione quando vedono ciò che il loro teatro produce. Qua si è creata una piazza di persone che stanno rendendo reali concetti come innovazione sociale e culturale”.

Sarà una stagione molto ricca, caratterizzata da sette mesi di appuntamenti in una stagione ininterrotta di spettacoli e proposte”, ha evidenziato il direttore organizzativo dell’associazione centro teatrale Mamimò, Maurizio Corradini. “Si alterneranno come sempre compagnie ospiti, il progetto giovani direzioni e produzioni della nostra compagnia, per un totale di diciannove titoli. È un programma molto ricco che nasce dalla volontà e dalla necessità di aumentare l’offerta culturale, alla luce dell’altissimo indice di occupazione della sala registrato l’anno scorso, pari all’82%: questa presenza così importante di pubblico, che ci sollecita e ci stimola, ci ha spinto a offrirgli un’opportunità in più. Il nostro è un pubblico giovane: sentiamo la responsabilità di avviarlo alla conoscenza dell’arte e del teatro. L’offerta ampia e ricca di quest’anno è frutto anche di una rete di collaborazioni con tantissimi soggetti e istituzioni culturali, fondazioni, teatri, l’Aterballetto, il teatro Asioli, la Corte Ospitale di Rubiera, l’associazione Nove Teatro. Fondamentale è inoltre la risposta e il sostegno di questo quartiere, degli esercizi commerciali e di tutti gli altri attori a partire dal centro sociale Orologio con il suo presidente William Orlandini senza il quale molte cose non sarebbero possibili; oltre al rapporto speciale creatosi con il Comune di Reggio, che ci ha permesso di mettere in piedi tante iniziative”.

Come il cane sono anch'io un animale socievoleIl direttore artistico di MaMiMò, Marco Maccieri, ha ribadito l’importanza di creare una rete di collaborazioni tra persone e sottolineato “quanto sia stato fondamentale, quando abbiamo cominciato sei anni fa, mettere dentro al contenitore un pensiero che generasse un big-bang, per poi trovare ordine. Noi abbiamo avuta la follia e il coraggio di decidere fin dall’inizio che questo sarebbe stato un teatro d’arte: nell’antichità l’artista era colui che insieme agli sciamani poteva avvicinare le persone agli spiriti, ispirarle, e noi abbiamo voluto perseguire questo obiettivo, avere cioè un posto che potesse provare a ispirare le persone. Non è stato facile, ma il lavoro che è stato fatto sulla scuola con la nostra compagnia e nel rapporto col pubblico del nostro teatro ha trovato una sua perfezione. La stagione di quest’anno non ha un titolo, ma vedendo alla fine quello che abbiamo fatto potremmo dire che si tratta di ribellione poetica. La nostra compagnia tocca oggi più di tredici regioni italiane: ma l’Emilia non è un luogo uguale a un altro perché questo territorio ci ha insegnato a non lamentarci ma a lavorare, ad avere progetti e a condividerli con gli altri, a collaborare. È con questa forza che portiamo in giro con coraggio le nostre idee, e oggi sono orgoglioso di sentire che grandi compagnie cominciano a chieder di venire a portare la propria arte nel nostro piccolo teatro”.

L’apertura della sesta stagione, sabato 5 novembre, sarà nel segno di Danio Manfredini che, all’interno della retrospettiva a lui dedicata organizzata da La Corte Ospitale e ATER, arriva al Teatro Piccolo Orologio con Divine, presentazione, in forma di reading, della sceneggiatura cinematografica liberamente ispirata al romanzo Nostra signora dei fiori di Jean Genet, scritta dallo stesso Manfredini. L’attore sarà accompagnato nella narrazione dai disegni dello storyboard che aveva realizzato come primo immaginario del film poi approdato al teatro nello spettacolo Cinema Cielo (premio UBU come miglior regista 2004).

La visionarietà e il genio di Jack London andranno in scena, da venerdì 11 a domenica 13 novembre, con Come il cane sono anch’io un animale sociale,ultima produzione MaMiMò con la regia di Massimo Navone. Nell’anno del centenario della morte del grande scrittore americano, lo spettacolo è inserito in un progetto di celebrazione che, partendo da Trieste, lo vedrà in tournée in varie città italiane. Partendo da La peste scarlatta e da La Forza dei Forti di Jack London, questa creazione collettiva di Emanuele Aldrovandi, Marco Maccieri, Marco Merzi, Cecilia Di Donato, Luca Cattani, Massimo Navone, Angela Ruozzi, coinvolgerà il pubblico in un’esperienza partecipata e “interattiva” ricreando le atmosfere drammatiche immaginate da London in uno scenario post-apocalittico.

L’ultima settimana di novembre porrà l’attenzione su uno dei temi più attuali e importanti dei nostri tempi, quello dell’immane tragedia dei migranti. Martedì 22 novembre, la giornalista del Corriere della Sera Livia Grossi, presenterà il suo Ricchi di cosa e poveri di cosa?, un viaggio-inchiesta tra Italia, Burkina Faso e Senegal per parlare di teatro ed emigrazione, in tempo di crisi, tra video, interviste e musica. Al centro del lavoro la riflessione per un Occidente alla deriva, la necessità di una nuova ridefinizione delle parole “ricchezza” e “povertà”. E ancora l’inversione di rotta, quel ritorno a casa per convenienza economica degli immigrati ormai da anni in Italia e la parte italiana, tra pensionati al minimo e disoccupati, dove c’è qualcuno che inizia a pensare di andare in Africa in cerca di una vita più accessibile e dignitosa.

Da giovedì 24 a domenica 27 novembre andrà in scena sul palco di via Massenet, Scusate se non siamo morti in mare, di Emanuele Aldrovandi, con Luz Beatriz Lattanzi, Marcello Mocchi, Matthieu Pastore e Daniele Pitari, per la regia di Pablo Solari, produzione MaMiMò, spettacolo vincitore del bando MigrArti del MiBACT e presentato lo scorso giugno all’interno del progetto omonimo. In un futuro non troppo lontano la crisi economica – che invece di finire si è aggravata – ha trasformato l’Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere i paesi più “ricchi”, ma devono farlo clandestinamente perché questi paesi, nel frattempo, hanno chiuso le frontiere. Partendo dal presente e immaginando un possibile futuro, il testo s’interroga sulla migrazione, sia come fenomeno politico che come evento naturale.

Martedì 13 e mercoledì 14 dicembre, Road Movie – interpretato da Angelo Di Genio, già premio UBU per History Boys, uno dei migliori giovani attori che “solo” nel 2016 ha vinto il Premio Mariangela Melato e il Premio Nazionale della Critica come miglior attore emergente – racconterà di Joel, gay trentenne, e della sua avventura durata cinque giorni per rincontrare “il suo amore”, Scott. Un viaggio interiore costellato da incontri che lo porteranno a infrangere paure e accorciare la distanza dagli altri e da se stesso, trasformandolo profondamente affrontando la paura dell’amore, della perdita e della morte. Il 2017 si aprirà, sabato 14 gennaio, con il dissacrante e rocambolesco thriller sentimentale, Hitchcock. A love story. Scritto da Fabio Morgan e interpretato da Anna Favella e Luca Mannocci, lo spettacolo omaggia i capolavori del maestro del brivido e vede protagonisti due ragazzi col sogno di diventare attori e la loro storia, una storia d’amore ricca di colpi di scena e di pennellate noir nel segno dei più grandi capolavori di Hitchcock.

Dopo il grande successo della scorsa stagione, Jekyll e Hyde – Uno strano Caso, verrà riproposto al Teatro Piccolo Orologio per due weekend di gennaio, dal 20 al 22 e dal 27 al 29. Partendo dal romanzo di Stevenson, ci si avventurerà in un viaggio nel buio dell’uomo ottocentesco e dell’uomo di oggi, che forse ci farà scoprire, di rimando, anche qualcosa di fondamentale sulle sue e le nostre virtù. In scena la Compagnia MaMiMò con Luca Cattani, Cecilia Di Donato, Marco Merzi, Alessandro Vezzani, Marco Maccieri, che firma la regia insieme ad Angela Ruozzi, e la musica dal vivo di Marco Sforza.

Sabato 4 febbraio primo appuntamento con il progetto Giovani Direzioni che vedrà in scena Le Voci della compagnia Illoco Teatro.Ispirato al breve racconto di Dino Buzzati I giorni perduti, lo spettacolo indaga il rapporto tra la terra natale e il viaggio, tra il senso di radicamento alla propria terra e alle proprie tradizioni e la necessità di evadere da quella. La settimana successiva, sabato 11 febbraio, andrà in scena una vera e propria lezione di meccanica quantistica con un risvolto molto umano. Il poetico e geniale Il Principio dell’Incertezza, di e con Andrea Brunello ed Enrico Merlin. Andrea Brunello, oltre ad essere attore professionista, possiede un dottorato di ricerca in fisica teorica ed è stato per un certo periodo ricercatore, in scena sviluppa l’esposizione del Professore che si inerpica attraverso alcuni fra i più misteriosi concetti della meccanica quantistica per raccontare un meraviglioso mondo fatto di misteri e paradossi. Ma sotto si nasconde un’inquietante verità.

Da giovedì 16 a sabato 18 febbraio, tradizionale appuntamento con il teatro in inglese della Compagnia Teatro delle Due, che metterà in scena una delle commedie più divertenti di W. Shakespeare, The merry wives of Windsor.

Sabato 25 e domenica 26 febbraio, gli individui umili, spesso disperati, che si dibattono e si trascinano tra le difficoltà della vita dell’America di provincia raccontati da Raymond Carver rivivranno in Per favore niente eroi. Un’opera di svelamento, per mettere a nudo le verità e il punto di vista di “uno dei più grandi scrittori di racconti della letteratura americana di tutti i tempi sulla scia di Hemingway, Fitzgerald e Faulkner”. Con la regia e la drammaturgia di Corrado Accordino che vedremo in veste di attore insieme a Daniele Ornatelli e Alessia Vicari. Sabato 4 marzo secondo appuntamento con il Progetto Giovani Direzioni che vedrà in scena It’s app to you – o del solipsismo della compagnia Bahamut. Un teatro. Un videogioco interattivo. Un omicidio da risolvere. 46 si risveglia in una stanza, sul pavimento una pistola e del sangue, è appena stata assassinata ma ha ricordi confusi. Non le resta che scoprire l’assassino e vendicare la sua morte.

Il filone fra letteratura e teatro continua con Amorosi Assassini, di e con Valeria Perdonò, che si ispira ad un saggio edito da Laterza nel 2006 con titolo omonimo. Andrà in scena venerdì 10 marzo affrontando il tema della violenza sulla donne, ogni giorno più protagonista delle nostre vite e delle più crudeli vicende di cronaca, e lo farà raccontando una storia in particolare, quella di Francesca. Sul palco, insieme a Valeria Perdonò, ci sarà Marco Sforza al pianoforte.

12 volte Silvia, della compagnia NoveTeatro, andrà in scena sabato 18 marzo. Questo testo porta avanti la ricerca sulla drammaturgia contemporanea anglosassone della compagnia novellarese e racconta la storia di un pittore, Barry, e della sua musa, Silvia.

Tre [+1]Sit Tibi Terra Levis della compagnia Teatro ex Drogherie & Co, sarà al Piccolo Orologio sabato 25 marzo e segnerà il terzo appuntamento del Progetto Giovani Direzioni. 3 personaggi e 3 modi differenti di respirare vita e morte. Irma 93 anni, Alessandro 42 anni, Margherita 29 anni e poi + 1, un Caronte contemporaneo che ricorda la atemporalità della morte e che sta ma non vive, osserva ma non impara.

Peter Pan guarda sotto le gonne, di Livia Ferracchiati, in scena giovedì 30 e venerdì 31 marzo, è il percorso intimo della formazione di un’identità, di riflessione sul fatto che le persone transgender non sono sempre state degli adulti e che il disagio di avere un corpo che non rispecchia la percezione di sé è una condizione che si origina fin dai primi anni di vita.

Un tragico capitolo della storia del nostro paese sarà raccontato, sabato 8 aprile, in Alfredino – L’Italia in fondo al pozzo, di e con Fabio Banfo. Una storia che assomiglia a mille altre storie italiane, fatta di improvvisazione, approssimazione, coraggio avente come protagonisti acrobati, eroi, mezzibusti, politici ma dove il personaggio centrale rimane Alfredino, quel bambino perduto, come fosse l’anima dell’Italia.

Il best seller di Andrea Vitali, Pianoforte Vendesi, si animerà sabato 22 aprile, grazie all’adattamento dello stesso Vitali e di Raffaele Latagliata, e con in scena Adriano Evangelisti. Pianoforte vendesi è la storia di un ladro che deve scegliere tra le buone e le cattive azioni: il bianco e il nero, come i tasti del pianoforte. I gesti che si troverà a compiere rivelano un grande desiderio di riscattare la sua umanità. L’ultimo appuntamento, sabato 29 aprile, sarà Ritratto di donna araba che guarda il mare di Davide  Carnevali, che con questo testo ha vinto il Premio Riccione 2013. Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo, una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni. Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità.

In scena, con la regia di Claudio Autelli, ci saranno Alice Conti, Michele Di Giacomo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana, quest’ultimi già apprezzatissimi la scorsa stagione come interpreti di Orfeo ed Euridice di Cesar Brie.

I biglietti e gli abbonamenti saranno in vendita a partire da mercoledì 19 ottobre. Abbonamento all’intera stagione 160 euro, carnet di quattro spettacoli a scelta 40 euro. 

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